AllofMp3: presunto innocente?



Che fine ha fatto AllofMp3?
Nessuna “fine” in realtà: il sito russo che vende mp3 a prezzi irrisori, tacciato ormai da anni e da più parti di pirateria bella e buona esiste ancora, anzi resiste e – a quanto pare – sembra persino essere relativamente al sicuro da futuri attacchi.

Lo scorso anno sembrava che AllofMp3 sarebbe semplicemente caduto sotto la pesante scure della RIAA – che aveva puntualmente notificato una citazione in giudizio negli Stati Uniti – o di qualche altra entità impegnata nell’ardua lotta a tutti i costi contro i violatori di copyright o presunti tali.

Addirittura, si vociferò da più parti che il sito – più o meno legale se considerato il contesto ancora vago della legislazione Russa (che per esempio non prevede copyright sulle registrazioni fonografiche straniere prodotte prima del 1973, e ciò per fare solo un paio di grossi nomi include Beatles e Rolling Stones…) – sarebbe stato sacrificato su un altare molto importante: quello dell’ingresso a pieno titolo della Russia nel WTO, l’Organizzazione Mondiale del Commercio.

Come dire: se la Russia vuole l’appoggio dell’America nel WTO, il lasciapassare per ottenere una “buona parola” è la chiusura del (presunto) sito pirata, reo di danneggiare gli affari delle grandi multinazionali del disco.

Non sapendo bene come bloccarne le attività (la causa della RIAA è a New York, e finché i titolari del servizio non si presentano negli USA di fatto non è possibile fare molto contro di loro) si tentò di fare pressione sulle società che gestiscono i pagamenti tramite carta di credito: se Visa e Mastercard chiudono i “rubinetti”, chi fornisce il servizio – legale o meno – si trova privato dei suoi proventi e quindi è costretto a chiudere.

Ma ccntinuiamo a usare la parola “presunto”, perché AllofMp3, che pure per un paio di volte è già stato dato per spacciato e in un’occasione lo scorso anno sembrava essere definitivamente offline, invece avvalendosi delle leggi tuttora in vigore nel paese d’origine e di accordi con società che rappresentano di titolari di copyright come ROMS e NP FAIR è ancora in sella: questo, in particolare, perché la Russia consente una gestione collettiva del copyright impensabile nel resto del mondo. Un po’ come se pagando una percentuale contenuta alla SIAE si potesse ristampare qualsiasi cosa avendo assolto non solo i diritti di autori ed editori (le cui royalties appunto sono raccolte dalla SIAE e dalle consorelle estere) ma anche quelli di artisti e discografici (che lamentano però di non ricevere nulla dalle controparti “ex sovietiche”).

Dal canto loro, ROMS e FAIR rafforzano la posizione di AllofMp3 ed affermano che nel rispetto delle leggi tutti i titolari di copyright, anche coloro che non hanno accordi diretti con tali enti, possono farsi vivi con loro per incassare eventuali diritti non riscossi; se ciò sia davvero fattibile, però, è ancora tutto da dimostrare… ;-)

Al limite, quello che tali società si stanno impegnando a fare è aumentare la percentuale a favore dei titolari originali, portandola al 50%, ma mantenendo il sistema di gestione collettiva. Oltretutto, in Russia pare esistano almeno una ventina di siti del genere.

Per finire, AllofMp3 presenta anche link ad AllTunes: una sorta di simil-iTunes, ovviamente basato sullo stesso discusso sistema di contenuti e licenze, ma apparentemente di proprietà di qualcun altro; AllofMp3 risulta intestato alla fantomatica OOO Mediaservices, mentre AllTunes  è di proprietà di OOO Internet-Audit. Entrambe con sede a Mosca, ma in indirizzi diversi.

E se vi sembra curiosa quella sigla “OOO” nel nome delle due società, sappiate che si tratta di una sigla – gli americani direbbero “LLC” e gli inglesi “Ltd.” – che equivale in Russia alla SRL: società a responsabilità limitata.

Chi ha progettato questo genere di business sembra davvero non aver trascurato alcun particolare…

 Immagini tratte da www.allofmp3.com e www.alltunes.com.

Pubblicato su: http://blog.mytech.it/2007/04/allofmp3-presunto-innocente/