Apple, eMusic, Universal e la tentazione delle subscription



Subscription, subscription… la formula di abbonamenti per scaricare musica digitale non è una novità e periodicamente viene riproposta da qualcuno.
Ci hanno provato eMusic e – anni fa – il vecchio Vitaminic, con risultati non sempre eccelsi. O Napster con il suo “Napster to go”. Ci prova proprio in questi giorni la nuova incarnazione di Dada.net.
Altri ancora l’hanno messa in pratica con formule relative al solo streaming.

Se il concetto di per sé non è affatto male – una somma fissa mensile per scaricare un numero fisso o illimitato di brani, un po’ come si paga un canone per la tv satellitare – ci sono spesso dei vizi di fondo, magari non sempre immediatamente evidenti.

eMusic aveva un abbonamento illimitato; risultato: alcuni utenti nel giro di un mese scaricavano svariati giga di musica – molta più di quanto riuscissero ad ascoltarne – a un prezzo irrisorio. Poiché in America esiste un minimo garantito da pagare in tema di diritti d’autore (una royalty di riproduzione meccanica stabilita dalla Harry Fox Agency) ci si finiva in perdita o quasi. Lanciare un abbonamento illimitato a un servizio di download musicali negli Stati Uniti sul medio-lungo periodo equivale a un suicidio.

Questo sembra però esser sfuggito di mente negli anni a diversi soggetti, dall’attuale versione di Napster (che in effetti non è che se la passi proprio bene) fino a Universal, che con il suo pallino di imporre a produttori di player, telefoni e simili di pagare una somma fissa per fornire contenuti musicali illimitati agli utenti non sembra rendersi conto di entrare in acque davvero pericolose.
Lo streaming illimitato è regolato diversamente ed è meno oneroso per le società che lo praticano: ecco perché Rhapsody fornisce un abbonamento illimitato da anni e pur non navigando nell’oro non ha ancora chiuso i battenti.

Se Apple – per la quale si vocifera da tempo di un servizio del genere, che costerebbe secondo alcuni una ventina di dollari “una tantum” inclusi nel prezzo dell’iPod (le major vorrebbero 4 volte tale somma) – vorrà davvero lanciare un servizio di subscription dovrà necessariamente trovare una formula simile a quella dell’eMusic attuale (limitata a un certo numero di pezzi mensili). Altrimenti, l’unico vero “nemico” di iTunes finirà per risultare Apple stessa…

Pubblicato su: http://blog.mytech.it/2008/05/apple-emusic-universal-e-la-tentazione-delle-subscription/