Cd Baby, quando l’e-commerce musicale funziona



Il circo della musica digitale sta per arricchirsi di un ennesimo protagonista?

Un comunicato riportato alcuni giorni fa da Bloomberg TV vorrebbe nientemeno che la Rai all’opera nel settore, con un sito gestito dalla consociata RaiTrade con materiale del proprio catalogo editoriale ma anche di major ed indipendenti, e spazi pubblicitari gestiti da Sipra, altra società del gruppo. La notizia è davvero gustosa e cercheremo di seguirne gli sviluppi nelle prossime puntate di questa rubrica…

Intanto, per restare in Europa (e in attesa dello sbarco di servizi Usa tuttora preclusi agli utenti del vecchio continente, iTunes e Napster in testa, problematiche di licensing permettendo), segnaliamo il lancio del MUDDA Manifesto da parte di Peter Gabriel.

Dietro la pomposa sigla che sta per the Magnificent Union of Digitally Downloading Artists, c’è una sorta di pamphlet promozionale, sia elettronico che cartaceo, con cui Gabriel ribadisce le motivazioni che lo hanno portato a fondare OD2 e a diventare una figura chiave per la musica on line in Europa, e cerca di andare oltre, facendo proseliti tra gli artisti – troppo spesso bistrattati al momento di riscuotere da una major – e promuovendo tra l’altro l’idea della vendita anche di singole tracce svincolate da un discorso di “album” proposto da alcuni servizi. Tra gli entusiasti aderenti al manifesto per ora si segnala un altro grande della musica: Brian Eno.

E finalmente abbiamo modo di parlare di CD Baby, nome non nuovo ma che negli ultimi 12 mesi ha fatto molto parlare di sé, e che si appresta a un 2004 di ulteriori successi. Attivo dal marzo 1998, CD Baby è la prova vivente del fatto che la cosiddetta “new economy” non ha dato alla testa proprio a tutti, e che il commercio elettronico se gestito in maniera innovativa ed intelligente può portare a risultati notevoli. Nel 1997 Derek Sivers era dedito alla propria carriera di musicista e cercava di vendere il proprio cd.

A un certo punto, cominciò a coinvolgere alcuni amici e a distribuire i dischi di altri artisti.
Per tutto il 1998, Derek è stato CD Baby: «Ogni giorno prendevo gli ordini, riempivo lo zaino e andavo in bici all’ufficio postale», racconta sul sito. Meno di sei anni dopo, CD Baby è una forza: 54.647 artisti in catalogo, oltre 700.000 dischi venduti, più di 6 milioni di dollari pagati agli artisti e alle etichette (rigorosamente indipendenti!).

Tre siti web: www.cdbaby.com, portale dalla grafica spartana ma efficace, dal quale vengono posti in vendita i cd; www.cdbaby.net, pagina per gestire il proprio “magazzino” on line; www.cdbaby.org, dedicato a forum e notizie.
A questo punto, chiunque altro sarebbe impazzito e avrebbe optato per la quotazione in borsa e la ricerca di finanziamenti da parte di società di venture capital, avrebbe commesso errori di vario tipo, magari assumendo personale salvo poi licenziarlo in blocco o acquistando due o trecento computer ed altre attrezzature lasciate poi inutilizzate in un angolo: non Derek Sivers e soci.

C’è da dire che qualche erroruccio l’hanno fatto anche loro: nel 2003, tra i vari colpi messi a segno ci sono stati un accordo con la potente catena Tower Records), un invito da parte di Apple per il proprio servizio iTunes, il lancio di un servizio di distribuzione digitale.

Se la prima mossa ha portato il vasto catalogo di CD Baby – che si definisce il più grande distributore di indipendenti in Usa – sui siti Tower, il settore della musica on line ha portato qualche grana. In pratica, Sivers ha diffuso alcune notizie su Apple senza rendersi conto della confidenzialità delle stesse; poi ha lanciato un servizio di intermediazione verso canali come iTunes, Naspter, Rhapsody ed altri ancora, facendosi anticipare piccole somme dagli artisti, e non rendendosi conto dei ritardi insiti nel lancio di alcuni di questi servizi.

Sivers non si è però perso d’animo: rimborsate tutte le somme in ballo, ha fatto ripartire il servizio che sta “ingranando” proprio di questi tempi: a fine 2003 oltre 6000 cd erano stati preparati ed inviati a diversi siti; migliaia di titoli sono già disponibili su Audio Lunchbox e su eMusic; a breve l’uscita sugli altri siti del circuito.

Pubblicato su: http://mytech.it/web/2004/01/29/cd-baby-quando-le-commerce-musicale-funziona/