Imeem, fine ingloriosa e abbraccio con MySpace



Gli ultimi giorni di Imeem: da una causa per violazione di copyright, fino alla chiusura e alla svendita a MySpace

Il 2009 non è stato un anno particolarmente brillante per la musica digitale. O meglio, mentre il mercato cresce e il declino del supporto fisico continua, cominciano a morire diversi dei (troppi) nomi sulla scena.

Imeem è l’ultimo di una lunga serie: il pubblicizzatissimo Spiralfrog ma anche l‘“universitario” Ruckus (peraltro acquisito nel 2008 da Total Music, alias Sony+Universal) hanno chiuso i battenti, quest’anno. GroupieTunes si è ridimensionato, chiudendo il sito per la vendita di brani per cellulari e riducendosi a mero fornitore dell’IMVU Music Store (funzione che peraltro esegue in maniera non proprio egregia…).

Altri come Qtrax annaspano, tra bluff e tentativi di rilancio. Altri ancora sono passati di mano, come iLike, oggi legato a MySpace. Se si escludono il leader di mercato iTunes e  l’outsider Spotify – che potrebbe essere l’unica vera sorpresa – gli altri sono impegnati a mantenere le proprie posizioni, tagliare le spese e cercare di sopravvivere.

Ora, come ampiamente annunciato da oltre un mese, MySpace ha comprato Imeem. L’acquisizione è datata 8 dicembre. NewsCorp si pappa Imeem, inglobandone malamente la base utenti in MySpace Music (a nostro avviso un altro “fiasco di alto profilo”) e – per ora – neanche importandone le playlist. Le licenze di Imeem erano comunque in scadenza. In un modo o nell’altro, forse, il servizio sarebbe morto comunque e gli utenti probabilmente non avrebbero mai recuperato i propri contenuti audio. Per ora c’è ancora qualche speranza di poterli riascoltare sulla “nuova” piattaforma.

Imeem era partito alla grande: forse trascurando questioni di copyright all’inizio (e acquistando utenti proprio grazie ai contenuti musicali di dubbia provenienza) ma poi accordandosi e regolarizzandosi con le più grandi tra le etichette discografiche.

Qualche mese fa i primi segnali negativi: l’aggregatore/distributore The Orchard che cita in giudizio Imeem per presunte violazioni di copyright (alcuni master acquisiti da The Orchard sarebbero finiti senza permesso nel repertorio di Imeem). Citazione che non fa in tempo a trasformarsi in sentenza: Imeem non è più quello di una volta. Siamo a novembre: il servizio non ha più i soldi necessari a pagare le label per continuare a fare streaming musicale, come racconta Staci D.Kramer su Paidcontent.org. Viene quindi svenduto a MySpace; che lo fa sparire e ne intasca gli oltre 16 milioni di utenti.

Imeem.com ridireziona già a una pagine di MySpace. E su quest’ultimo c’è una più che scarna FAQ per gli sventurati utenti del defunto servizio.

Siamo alla fine del 2009 e a meno che il vostro nome non sia Apple o Spotify, c’è poco da essere allegri, di questi tempi, nel circo della musica online. Era lecito aspettarsi prima o poi un mercato meno “drogato”, dopo le troppe aperture degli ultimi anni. Ma a quanto pare al momento resta solo da chiedersi: chi sarà il prossimo?

Pubblicato su: http://mytech.it/web/2009/12/14/imeem-fine-ingloriosa-e-abbraccio-con-myspace/