IsoHunt: non siamo pirati



Uno dei tracker più popolari passa all’attacco: case discografiche alla sbarra in un caso di P2P?

Pirate Bay cambia e spegne il suo vecchio tracker; Mininova quasi chiude – ad eccezione del proprio sistema di “Content Distribution” legale.

Ma c’è chi, nel vasto mondo dei tracker BitTorrent e dei sistemi peer-to-peer, ha pensato invece di passare all’attacco. Già, una volta tanto, attaccare i titolari di copyright prima che lo facciano loro: sono i canadesi di IsoHunt a lanciare l’insolita strategia.

Nel 2008 il servizio aveva ricevuto le classiche lettere di “cease and desist” dalla CRIA, il locale raggruppamento dei discografici. L’equivalente canadese della RIAA americana, per intenderci. Gary Fung, fondatore del servizio, si era rivolto allora alla competente corte della Columbia Britannica – la regione dove ha sede IsoHunt – per ottenere un pronunciamento a lui favorevole.

Fung voleva che un giudice affermasse che IsoHunt non viola la legge sul diritto d’autore del proprio paese: il Copyright Act del 1985.

La cosa non gli è riuscita subito. Nessun problema: Fung è arrivato pochi giorni addietro fino alla Corte Suprema della Columbia Britannica. E intanto chiede al governo canadese nuove leggi che tengano conto delle novità nel campo del copyright. E non è solo: in questo paese esiste la Canadian Music Creators Coalition (CMCC), gruppo di 209 musicisti attivo sin dal 2007 che intende dissociarsi dalle posizioni di enti come CRIA e RIAA, che ritiene troppo estreme e non rappresentative delle istanze degli artisti. Il CMCC nacque dopo casi come quello dell’astronomica multa comminata a Jammie Thomas negli USA e raggruppa anche nomi di richiamo, da Avril Lavigne ai Barenaked Ladies.

Tornando a IsoHunt, il sito usa la classica difesa di Pirate Bay: siamo un tracker, un motore di ricerca per link. Link a materiale che non è sul nostro sito (e non necessariamente materiale pirata). Per gli svedesi non ha funzionato. Mininova ha preferito non arrivare a una condanna. Chissà se IsoHunt ce la farà: alla Corte Suprema, la prossima mossa.

[Pubblicato su Mytech]