Ma chi ha inventato la radio? Figlia del genio di due immigrati



Come un grande inventore ha potuto mancare l’appuntamento con la storia. Dai brevetti di Tesla e dalla tenacia di Marconi, nacque la comunicazione senza fili. Uno slavo e un italiano in America

La “scoperta” viene tradizionalmente datata 1895 (anno delle prime trasmissioni a lungo raggio) e attribuita a Guglielmo Marconi. E fu proprio Marconi a realizzare – il 12 dicembre 1901, cento anni fa – la prima trasmissione transoceanica.

   
Da Poldhu, in Cornovaglia, il segnale attraversò l’Atlantico per raggiungere St John’s, in Terranova (Canada). L’antenna utilizzata da Marconi era collegata a un aquilone e tramite quel mezzo rudimentale tre suoni, tre punti che in codice Morse rappresentavano la lettera S fuorono captati dall’ingegnoso inventore italiano. L’esperimento fu ripetuto con successo più volte. Marconi inviò un dispaccio in Italia, al Ministro della Marina Moris: «Riuscito ricevere in Terranova segnali trasmessimi direttamente dall’Inghilterra a mezzo telegrafia senza fili».

   
Era l’inizio di una nuova era: la radio sarebbe stata impiegata inizialmente soprattutto per le comunicazioni marittime (e un ulteriore impulso alla sua diffusione in tale settore fu dato proprio da quel disastro del Titanic che spronò a dotare obbligatoriamente le navi di apparecchi e operatori radio) e per diffondere notizie ma anche intrattenimento. Marconi in pochi anni giunse a ottenere il premio Nobel.

   
Eppure, un giovane slavo emigrato negli Stati Uniti, Nikola Tesla, nel frattempo avrebbe potuto avere qualcosa da ridire: le sue scoperte (tra cui l’utilizzo della corrente alternata, decisiva per la diffusione dell’elettricità nel mondo) stavano infatti influenzando in maniera decisiva il destino della radio. Le sue ricerche sulla corrente alternata ad alte frequenze erano dirette principalmente ad applicazioni nel campo dell’illuminazione; eppure apparecchiature realizzate da Tesla anticiparono di decenni i risultati dei suoi concorrenti e furono cruciali per la diffusione di massa della radio.

   
Nel 1892 Tesla aveva già teorizzato la trasmissione transatlantica poi realizzata da Marconi. Un incendio nel 1895 causò la distruzione del suo laboratorio e di molto materiale relativo ai suoi studi; davvero un brutto colpo. Ma due anni dopo Tesla aveva un nuovo laboratorio ed era più che mai operativo; nel 1900 a Long Island cominciò la costruzione di una stazione trasmittente: il primo anello di un grande sistema internazionale di comunicazioni. Ma i finanziatori presto esaurirono i capitali a disposizione.

   
Nel 1901, Marconi battè Tesla sul tempo; l’inventore slavo addirittura si congratulò con l’italiano, ma era chiaro che ormai la situazione era tutta a favore di Marconi. In una disputa legale svoltasi nel 1915 un giudice diede torto a Tesla spianando la strada alla ormai tradizionale attribuzione dell’invenzione a Marconi. Tesla aveva ottenuto numerosi brevetti, alcuni utilizzati da Marconi nel corso dei suoi esperimenti.

   
Ironia della sorte, uno dei brevetti di Marconi fu annullato dalla Suprema Corte nel 1943, anno della morte di Tesla. Il riconoscimento per il fondamentale contributo era arrivato, anche se troppo tardi.

Pubblicato su: http://mytech.it/unmapped/2001/12/20/ma-chi-ha-inventato-la-radio-figlia-del-genio-di-d/