Musica on line, la fine e l’inizio: Gene Kan e gli Mp3 targati Universal



Mentre la major annunciava la nascita del suo primo catalogo on line, faceva il giro del mondo la notizia della morte di uno dei pionieri del peer to peer. Solo una coincidenza. Ma che potrebbe rivelarsi storica

Due notizie sulla musica digitale hanno fatto il giro del mondo nelle stesse ore. Il tono dei due comunicati era ben diverso, ma per uno scherzo del destino la diffusione è stata quasi simultanea: mentre una major del disco annunciava l’ingresso in pompa magna del proprio catalogo nei canali della distribuzione digitale, si veniva a conoscenza della morte di uno dei pioneri dei software peer to peer, il nemico numero uno delle case discografiche.

Universal e Mp3: una svolta storica?

A partire dallo scorso 9 luglio, Universal Music Group ha deciso di diffondere in rete in maniera legale e in un formato notissimo e relativamente aperto – Mp3 – circa il dieci per cento del proprio catalogo (1.000 album su 11.000).

È una notizia inattesa, visto che nessuna major ha mai preso una decisione del genere. I suoi risvolti sono positivi per il fatto che molti dischi – anche poco noti – in mano a una major saranno finalmente reperibili in maniera legale, in un formato gradito agli utenti e a un prezzo irrisorio. È sufficiente abbonarsi al solito Emusic.com, che sarà il veicolo anche per questo materiale, dopo essere stato negli ultimi anni un punto di riferimento per centinaia di etichette indipendenti di tutto il mondo.

Certo, non vedremo da subito i dischi degli U2 o di altri grandi nomi in questo formato, ma potrebbe essere l’inizio di una nuova era: Emusic sta trattando con altre major per cominciare a includere anche i loro repertori nel proprio servizio di abbonamento. Anche Universal comincia a credere che la gente potrebbe non smettere di comprare Cd: anzi, sarà invogliata a cercarli, dopo averli assaggiati on line. Inoltre, questa mossa potrebbe portare una nuova fonte di guadagno alla major che – di questi tempi – non se la passa troppo bene, dopo le travagliate vicende di borsa della casa madre parigina Vivendi Universal e la fuoriuscita del numero uno Jean-Marie Messier.
Infine, secondo il sito Dmusic.com, la sostituzione del Ceo di Pressplay (la joint venture Sony-Universal per distribuire musica soprattutto in streaming) è un segno delle difficoltà della società e un possibile preludio per un maggiore impegno delle major in altri canali.

L’altro lato della medaglia, però, è che si riduca lo spazio dedicato proprio a quelle etichette coraggiose e alternative che avevano sposato da subito la causa del formato Mp3 e della distribuzione digitale. Il medesimo dubbio, d’altronde, era già stato sollevato in passato, quando la Universal aveva acquisito Emusic, facendo immaginare a molti un’espulsione a stretto giro – mai verificatasi – delle etichette indie.

Da notare che questa mossa sembra coincidere con quanto suggerito alle major dal membro del congresso degli Stati Uniti, Rick Boucher, già noto per altre sortite in difesa dei consumatori in tema di musica digitale; per superare i sistemi peer to peer e la pirateria di ogni genere, i grandi hanno una scelta obbligata: cominciare a mettere seriamente a disposizione i propri cataloghi su Internet.

Gene Kan: una vittima della new economy?

Come dicevamo, quasi nelle stesse ore, veniva diffusa la notizia della morte di Gene Kan: il giovane programmatore divenuto portavoce di Gnutella e simbolo per i fautori di quei sistemi peer to peer tanto avversati dai grandi detentori di copyright.

Kan non era il creatore del programma, ideato dalla Nullsoft di Justin Frankel, allora da poco assorbita dal colosso Aol Time Warner. La major non aveva gradito che una sua “branca” sostenesse un applicazione del genere e così Gnutella – “espulso” dai canali ufficiali – era divenuto un codice aperto, figliando una miriade di applicazioni.

A quel punto subentrò Gene Kan. Partendo da una versione scaricata da Internet, egli sviluppo una propria interfaccia per sistemi Unix, facendosi promotore di iniziative – un sito Web, in particolare – inerenti a questo protocollo per la condivisione di file (non solo musicali), che per primo non ricorreva a un server centrale, né un proprietario da citare in giudizio per violazione delle leggi sul diritto d’autore. Secondo una definizione dello stesso Kan, Gnutella era come “un drago senza testa”. BearShare, LimeWire e altre applicazioni P2p devono molto alla “creatura” di Frankel: tutti, infatti, fanno utilizzo dello stesso protocollo.

Nel 2000, Kan fondò InfraSearch (Gonesilent.com), società attiva nella creazione di tecnologia di comunicazione peer to peer per Pc, cellulari e altre apparecchiature, che aveva poi ceduto alla Sun Microsystems, che ne aveva fatto parte integrante nel proprio progetto P2p denominato Jxta. Kan, al momento della sua morte, era infatti ancora un dipendente Sun.

Secondo le autorità della contea di San Mateo, Kan – che negli ultimi tempi si dice fosse malato e assumesse farmaci antidepressivi – è probabilmente morto suicida, con un colpo d’arma da fuoco. Il suo corpo è stato ritrovato ai primi di luglio, ma la morte risaliva a qualche giorno prima. Fonti della Sun hanno commentato che si sarebbe trattato di un “incidente” e che su richiesta della famiglia non sarebbero stati diffusi ulteriori dettagli.

Kan non era certo un “fallito” né poteva sentirsi tale. Probabilmente alla Sun era pagato più che bene e il suo curriculum – come si è visto – era una piccola serie di successi. D’altro canto, non era neppure un “genio”, come lo ha definito una parte della stampa che addirittura gli ha attribuito “l’invenzione” di Gnutella. Nei forum di Gnutella.com, qualcuno, sull’onda dell’emozione, è persino arrivato a gridare alla cospirazione e all’assassinio. Forse più semplicemente, questo ragazzo, che aveva terminato gli studi nel ‘97, era quel che si definisce “un giovane di belle speranze”, ma – secondo persone a lui vicine – con “problemi personali”, profondamente disilluso. Il suo (involontario) testamento elettronico, This Place Sucks (Questo posto – la Terra – fa schifo), è un blog tuttora visibile, parla infatti degli ultimi avvenimenti di politica internazionale, degli Stati Uniti, del terrorismo, del Medio Oriente, ma anche dei crac finaziari improvvisi e repentini dovuti ai rumor sui bilanci delle società quotate. È un diario triste, fermo al 28 giugno, su una breve riflessione sulla libertà religiosa. Le belle speranze di Gene, allora, più che da una mano cospiratrice, potrebbero essersi infrante sulla promesse della net economy, che ha puntato al profitto senza curarsi delle persone e delle loro idee. Neppure delle più brillanti.

Pubblicato su: http://mytech.it/web/2002/07/26/musica-on-line-la-fine-e-linizio-gene-kan-e-gli-mp/