Musica: Sony lascia Apple iTunes?



E se una major del disco abbandonasse il lucrativo negozio di musica digitale targato Apple? I progetti di Sony: scatto d’orgoglio o suicidio commerciale?

La notizia parte da una testata australiana, The Age, l‘11 febbraio: Sony si prepara a lasciare Apple iTunes? In una sorta di strategia “bellica” nei confronti di Cupertino, già concorrente di Sony per quanto che riguarda l’elettronica di consumo, la major nipponica potrebbe puntare tutto sul proprio servizio di distribuzione di musica online, e addirittura ritirare il proprio catalogo dallo store targato Apple. Operazione analoga avverrebbe con altri contenuti, per esempio i videogiochi.

Puntando su quella che viene definita (in maniera un po’ risibile, diciamolo) una “nuova tecnologia” – lo streaming! – Sony prepara una aggressiva strategia di mercato che se in una prima fase punta soprattutto ad avere contenuti usabili sui propri prodotti (musica ascoltabile su tv, telefoni, player musicali, console tascabili e via dicendo) in un secondo tempo potrebbe prevedere un ritiro da iTunes.

Dopotutto se il pubblico accetterà volentieri questa piattaforma, perché sprecare tempo (e fornire contenuti preziosi) a un concorrente? Sony finora è stata al gioco: Apple continua, dal 2004, a farla da padrone e le etichette discografiche grandi e piccole per restare sul mercato sono tenute ad accettare le condizioni di Steve Jobs e soci.

Ma a questo punto gioca la carta dell’alternativa. Ci riuscirà?

A fare questo tipo di discorso è Michael Ephraim, CEO di Sony Computer Entertainment.

Onestamente, ci sentiamo più vicini al commento di Matt Rosoff su Businessinsider.com, che esordisce con un titolo che lascia poco all’immaginazione “Abbandonare iTunes sarebbe un suicidio per Sony Music“. La parola “suicidio” viene scritta interamente in maiuscolo, e se da un lato il commentatore ammette che sarebbe una brutta notizia per Apple perdere i contenuti di una delle grandi case, andrebbe peggio per quest’ultima, in fuga da un posto dove – nel mezzo di una crisi globale pesantissima – in meno di un paio d’anni, tra il 2008 e il 2010 si sono venduti cinque miliardi di brani. 

Cinica e spietata la conclusione di Rosoff, ma come non dargli ragione? “Sony odierà le condizioni stabilite da Apple per iTunes, ma non ha altra scelta che accettarle. Il momento per costruire un’alternativa fattibile era il 2004. Non il 2011.”

Per completare il quadro, va ricordato un fatto.

Nonostante diversi tentativi, le major del disco non hanno mai avuto seriamente il controllo diretto della vendita di musica digitale; Listen.com, MusicNet, Duet (poi Pressplay), Sony Connect, Urge e chissà che altro: sono tutti nomi di fallimenti o quantomeno promesse mancate. Occasioni sprecate e grandi somme di denaro bruciate.

Un decennio fa, Universal ebbe brevemente per le mani molti siti e servizi; e scelse più o meno di lasciar cadere la cosa nel vuoto, chiudendo o cedendo le società acquisite. Prima di allora, aveva tentato il lancio di un formato proprietario di cui forse si accorsero solo pochi addetti ai lavori (Bluematter). E ancora nel 2007, ci riprovava con proprio con Sony e con la fantomatica iniziativa Total Music. Che morì neanche due anni dopo senza alcun risultato, se non aver attirato l’attenzione degli organismi antitrust americani.

Non c’è nulla di cui vergognarsi: Sony, Universal e Warner non possiedono negozi fisici in cui vendere musica. EMI era un tempo legata alla catena HMV, ma questo legame è spezzato ormai da anni. Persino alcune operazioni online per la vendita di cd – per esempio MyPlay.com che porta il marchio di Sony – sono solo nominalmente gestite dalle major (dietro MyPlay c’è Amazon…).

Sony correrà davvero il rischio di abbandonare la strada vecchia (con un minimo di vendite garantite nel negozio leader di mercato) per la nuova (e incerta)? La gente comprerà PSP o altri apparecchi targati Sony e si rivolgerà a Music Unlimited solo perché il proprio artista preferito non è in iTunes? O non sceglierà piuttosto di restare federe ad Apple e scaricare Bob Dylan da Amazon o comprarlo in cd o peggio (orrore!) rivolgersi a qualche peer-to-peer privo di licenza?

Continuare a lasciar fare ad altri (Apple, eMusic, Amazon, Spotify e via dicendo) è una strategia sicuramente meno rischiosa, anche se in termini di percentuali potenzialmente meno lucrativa. Ma dopotutto, il 100% di zero fa sempre zero… ;)

(si ringrazia Nicola D’Agostino per la collaborazione)

Pubblicato su: http://mytech.it/web/2011/02/13/musica-sony-lascia-apple-itunes/