Nuove regole per il bollino Siae: da oggi qualche vincolo in meno



Il nuovo regolamento per l’applicazione del contrassegno a tutela del diritto d’autore esonera driver, patch, software dimostrativo o rilasciato dagli sviluppatori a titolo gratuito

Con uno stile molto italiano, in sordina e in pieno periodo balneare, è finalmente venuto alla luce il nuovo regolamento relativo al famigerato e spesso vituperato contrassegno Siae (Società Italiana degli Autori e degli Editori) che i più conoscono come “bollino”. In soldoni, il rettangolino adesivo che trovate abitualmente applicato sulla confezione dei Cd e che sancisce la conformità del prodotto alla normativa italiana sul diritto d’autore.

Dai libri fino al software
La pratica della bollinatura, nata per i libri (l’apposizione era facoltativa e poteva esere sostituita dalla firma dell’autore su ogni singola copia, firma spesso rimpiazzata da un timbro) è stata anni fa estesa anche al settore audio e video e quindi – in tempi molto più recenti – al software.
Se per la musica in particolare esisteva già un bollo (timbrino di colore rosso porpora applicato sulle copertine di dischi, cassette e successivamente Cd, talvolta con risultati non eccelsi e con problemi di visibilità dello stesso), poi sostituito dall’attuale etichetta adesiva (della quale si sono viste finora perlomeno quattro “generazioni”), il dibattito sull’apposizione di tale contrassegno al software ha negli ultimi anni portato alla ribalta questo rettangolino di carta adesiva, di certo utile per gli editori musicali (visto che comprova il pagamento dei corsiddetti Drm, i diritti di riproduzione meccanica), forse un po’ meno utile per altre categorie e – a dire di alcuni – addirittura dannoso.

Il partito anti-bollino
Negli ultimi anni da due settori (quello del software e alcuni segmenti del mondo della musica) si sono più volte levate proteste contro questo tipo di pratica. Di recente, addirittura, sul sito Netstrike.it – attualmente sotto sequestro – in occasione di un’azione di protesta per via telematica era comparso un bollino “modificato” con slogan del tipo “Duplicazione consigliata – Any Media – No Siae”.
Il legislatore italiano ha teso negli ultimi tempi a continuare ad attribuire alla Siae poteri e discrezionalità di vario genere, anche quando gli stessi addetti della Siae sembravano poco propensi a interessarsi ad aspetti che avrebbero lasciato volentieri ad altri.
Nel campo musicale, per esempio, è paradossale che ci si debba procurare il bollino anche quando si stia stampando (magari in numero limitatissimo di copie e con l’ausilio di un masterizzatore casalingo) uno dei cosiddetti demo, ossia una produzione musicale indipendente realizzata da un gruppo di ragazzi magari alle prime armi e con strumentazione amatoriale, per di più con brani originali e non depositati presso Siae o società collegate.
Una composizione amatoriale autoprodotta rischia di essere equiparata a un Cd pirata venduto sulle bancarelle di una qualsiasi città d’Italia, facendo rischiare ad artisti indipendenti – che hanno commesso il solo “reato” di esprimersi – di subire le pesanti pene previste per chi intenzionalmente ha infranto diritti d’autore e diritti connessi e, di solito, ha anche evaso le relative imposte sui propri – non esattamente leciti – introiti.

Come l’Italia, Bulgaria, Polonia e Giappone
Qualcosa di simile al bollino Siae esiste solo in Polonia, dove la società Zaiks applica un bollino olografico sui dischi, mentre la Bulgaria pare stia inserendo un analogo strumento. Ma se si esclude il Giappone, dove la Jasrac appone il bollino anche sulle videocassette, nessun Paese dotato di un mercato audio e video di una qualche importanza utilizza tale strumento, tantomeno come discriminante per stabilire la liceità o meno di un prodotto contenente opere dell’ingegno. Oltretutto, lo stesso caso giapponese potrebbe essere presto rivisto visto che una società concorrente (inizialmente per i soli utilizzi Internet delle opere tutelate) dovrebbe presto rompere il monopolio Jasrac.
In Italia, al contrario, abbiamo assistito a casi di sequestro operati a danno di commercianti di dischi da collezione per il solo fatto che tali dischi erano sprovvisti del regolare contrassegno. Contrassegno che non potevano avere perché trattandosi di materiale usato i dichi in questione erano molto vecchi e quindi risalenti a un’epoca in cui la pratica della bollinatura non era in uso, o che pur avendo avuto in origine un bollino, non ne recano traccia in quanto il bollino era stato applicato sul cellophane esterno del disco (come spesso avviene per i prodotti d’importazione) oppure si era col tempo staccato o ancora era stato semplicemente rimosso dal primo acquirente in quanto applicato sulla copertina in qualche fastidiosa posizione (per esempio a coprire i titoli o i credits di un album, che magari un appassionato desidera poter leggere e consultare a piacimento).

La peculiarietà del software
Se l’industria musicale italiana – autoproduzioni escluse – potrebbe gradire la presenza di tale contrassegno (nonostante i fastidiosi artifici burocratici per ottenerlo non siano esattamente di incoraggiamento), visto che gran parte delle loro pubblicazioni contiene materiale tutelato dalla Siae e il bollino è la garanzia del pagamento dei Drm, lo stesso non si può dire per il software.
Qui, l’equivalente delle autoproduzioni sono i programmi open source, public domain, freeware, shareware, che spesso e volentieri non sono depositati (e non esiste alcun obbligo in tal senso) presso il fantomatico Registro Pubblico del Software, istituito nel 1994 e gestito – ancora una volta – dalla Siae.
Tipologie di opere dell’ingegno che sfuggono alle classiche categorizzazioni e che spesso rappresentano forme ben diverse di distribuzione. Nessuno si sarebbe sognato di regalare dischi o libri chiedendo alla persona che li riceve “pagami se ti piacciono e ne fai uso”. Cosa che è per esempio alla base della distribuzione dei programmi shareware, e che è consentita in quanto il software – bene digitale e incorporeo – ha caratteristiche ben diverse da un oggetto fisico come un disco o un libro. Tale distribuzione per sua natura quindi non prevede il pagamento di un diritto di riproduzione simile al Drm musicale.
Le stesse multinazionali del software (che evidentemente preferiscono tutelarsi in altri modi) talvolta non hanno espresso pareri favorevoli verso questa pratica (la bollinatura è un onere burocratico e un costo aggiuntivo, anche se relativamente contenuto); l’unica eccezione sembra essere stata la Sony, da tempo vicina alle posizioni Siae visto l’alto numero di Cd pirata circolanti per le console Playstation.
Al contrario, la nuova legge sul diritto d’autore, in vigore dallo scorso anno, ha reso obbligatoria questa pratica anche per chi distribuisce Cd in edicola come allegati a riviste o semplicemente li regala nelle occasioni più disparate (si pensi all’ondata di Cd contenenti software e password per attivare abbonamenti gratuiti a Internet). Questi prodotti sono stati per un anno sottoposti alla bollinatura e ora – in molti casi – potrebbero non esserlo più.

Buone e cattive nuove
Il nuovo regolamento – a un primo colpo d’occhio – presenta alcuni spunti interessanti, ma anche altri che solleveranno polemiche e sui quali ritorneremo nei prossimi giorni con più attenzione. Un esempio è dato dalla distinzioni tra tipologie di programmi (un driver è opera diversa da un sistema operativo) e il fatto che – sempre e comunque – il regolamento continui a sottoporre agli obblighi Siae anche coloro che, come le autoproduzioni, nulla hanno a che fare con tale ente.
La speranza di tutti è quella di non dover nuovamente assistere a scene come quelle viste lo scorso autunno in una sede Siae, quando per diversi giorni l’ufficio preposto a rilasciare i bollini – già normalmente affollato da musicisti indipendenti, titolari di piccole etichette e incaricati delle major venuti a ritirare centinaia di migliaia di contrassegni – si trovò praticamente invaso dagli incaricati di case editrici, provider e software house preoccupati perché, alla vigilia di manifestazioni come Smau, di colpo era divenuto necessario bollinare tutti i prodotti – soprattutto le migliaia di omaggi – da presentare al pubblico!

Pubblicato su: http://mytech.it/flash/2001/09/05/nuove-regole-per-il-bollino-siae-da-oggi-qualche-v/