On demand, il sound di Woody Guthrie



I classici del folk a stelle e strisce masterizzati a richiesta. A casa vostra per 18 euro. Non si tratta di una gang di pirati, ma della prestigiosa Smithsonian Folkways Recordings. A prova di copyright

Un recente articolo del New York Times racconta di come Smithsonian Folkways Recordings, etichetta discografica ed emanazione dello Smithsonian Center for Folklife and Cultural Heritage, con sede a Washington, abbia visto aumentare le sue entrate in tempi di crisi discografica: grazie ai compact disk recordable (Cd-r) e ai masterizzatori.

Da anni non si fa che ripetere che le nuove tecnologie – Mp3 in testa – potrebbero avere un immenso potenziale per il recupero di interi cataloghi discografici che, finiti nel dimenticatoio per un motivo o per l’altro, avrebbero invece più di qualche estimatore.

Il Cd fai da te (custom), idea non nuova e – nonostante la sua bontà e la validità commerciale – troppo spesso bistrattata da alcuni dei suoi stessi potenziali sostenitori (basti ricordare come Emusic dopo aver acquisito la neworkese CDuctive, anni fa, nel giro di poco tempo “tagliò” il prodotto Cd per concentrarsi sui meno dispendiosi download Mp3), può essere un mezzo ideale per questo tipo di “salvataggio”.

Smithsonian – il cui catalogo tra l’altro è distribuito anche in Italia dall’etichetta indipendente Compagnia Nuove Indye non è nuova a utilizzi “intelligenti” delle nuove tecnologie: molti dei suoi dischi sono per esempio disponibili in formato Liquid Audio, anche se il “grande passo” verso l’Mp3 non sembra essere stato ancora compiuto.

Smithsonian non è una label commerciale come tutte le altre, essendo parte di una più ampia istituzione culturale. Ma il catalogo discografico posseduto è comunque vastissimo: contiene tutte le registrazioni Folkways Records (dal 1948 al 1987) oltre a quelle di altre cinque etichette minori. Il genere considerato è la musica popolare (folk), non solo americana, visto che sono presenti dischi dedicati alle tradizioni di tutto il mondo.

Con una disponibilità del genere, i costi per mantenere in stampa tutti i titoli e gestire il relativo magazzino sarebbero folli. Ma ecco che l’utilizzo di Cd-r e di copertine stampate al computer arriva in aiuto: nel giro di poco tempo, con una spesa accessibile (19,95 dollari per titolo) si può acquistare una copia digitale. Una soluzione così semplice da apparire addirittura banale. Molte nuove label indipendenti negli ultimi anni sono sorte come “Cd-r label” prima di approdare al più costoso prodotto stampato professionalmente.

Certo, il Cd-r – come Smithsonian avverte sul proprio sito – è generalmente un supporto di qualità inferiore al Cd-audio in commercio, più sensibile ai graffi e all’azione della luce solare diretta, per esempio. Ma quei dischi che finora si potevano trovare o solo come copie su cassetta di qualità non eccelsa, oppure affidandosi al mercato dell’usato e dei collezionisti, sono ora di nuovo disponibili.

I Cd-r sono partiti come un progetto secondario di Smithsonian, un modo per lasciare “in vita” dischi altrimenti irreperibili o quasi, ma l’operazione ha avuto i suoi frutti anche dal punto di vista economico: il New York Times parla addirittura di un 33% di aumento del giro d’affari, grazie a questo scherzetto.

In barba anche alla potente lobby della Riaa che ritiene che il Cd-r sia uno strumento principalmente in mano ai pirati – casalinghi e non – e quindi una fonte di danno per il mercato discografico.

Il Times ricorda anche un esempio in parte fallito, quello di RedDotNet, che dopo aver messo in piedi un sistema di chioschi per la distribuzione digitale e la produzione di Cd “on demand” non riuscì ad assicurarsi le licenze dei maggiori produttori discografici. Eppure, aggiungiamo noi, proprio RedDotNet invece è stata tempo addietro parte di un’operazione positiva, e per certi versi affine a quella di Smithsonian: questa società ha infatti realizzato per la Disney sia chioschi per i Cd personalizzati che una serie di Cd audio con materiale altrimenti non disponibile. Si trattava per l’esattezza di vecchie registrazioni delle musiche e del parlato di alcune note attrazioni dei parchi a tema disneyani, dalla sinistra Haunted Mansion sino ai popolarissimi Pirates of the Caribbean ai quali sarà presto dedicato un film.

Prodotti sicuramente “eccentrici” per il mercato discografico normale, ma gustosissimi per collezionisti e Disney fan, oltre a essere potenziali souvenir per i turisti che affollano i parchi di divertimento. Se il Cd-r, insomma, non può essere la via d’uscita dalla crisi per gli sterminati cataloghi delle major, per etichette di medie e piccole dimensioni o singoli progetti speciali come quello appena descritto, la soluzione sembra essere ideale.

Pubblicato su: http://mytech.it/flash/2003/03/07/on-demand-il-sound-di-woody-guthrie/