P2P sull’attenti, parla l’Europa



La ventilata Direttiva Ue sul Copyright di cui si parla da tempo si è improvvisamente materializzata lo scorso 30 gennaio in una proposta della Commissione Europea diretta ad armonizzare il diritto d’autore e le normative relative alle violazioni di copyright nei diversi paesi dell’Unione.

C’è da ricordare che in Italia (dall’entrata in vigore della L.248/00) c’è già una normativa molto forte, che fa ricadere numerose – forse fin troppe – tipologie di violazione nell’ambito penale.
Il comunicato dell’Ue contiene termini quali “criminal offence” e “criminal sanctions, including imprisonment”; quindi si inquadrano sicuramente le violazioni più gravi nel penale, ma allo stesso tempo questo tipo di classificazione e le conseguenti sanzioni penali, carcere incluso, sono riservate solo ai casi più gravi, ossia quelli “both intentional and for commercial purposes” (commessi intenzionalmente e a fini commerciali).

Da tempo circolava voce di un orientamento europeo verso “l’equo compenso” per tutti gli altri casi (pensiamo a scambi di file su sistemi peer-to-peer in cui davvero nessuno – neppure tramite banner pubblicitari – stia in alcun modo guadagnando); queste indicazioni contenute nel comunicato diffuso a fine gennaio sembrerebbero andare in una simile direzione. Ma le successive reazioni delle organizzazioni a favore delle libertà civili di tutto il mondo fanno pensare che in realtà le pesanti misure previste o quantomeno una serie di forti limitazioni ricadranno anche sugli “ignari” websurfer che prelevano file da Kazaa e simili. Tra le altre misure si parla di sequestro preventivo di conti bancari dei presunti “pirati” e di condanna a ripagare i detentori di copyright per tutti i danni economici eventualmente causati.

Di sicuro, da subito è giunta la disapprovazione dell’industria dello spettacolo: un comunicato diffuso lo stesso 30 gennaio e sottoscritto da Ifpi, Bsa e altre associazioni di categoria di detentori di copyright (si nota anche qualche firma solitamente più defilata, come l’associazione di discografici indipendenti Impala) arriva a dire che la proposta di Direttiva Ue “dà il segnale politico sbagliato”.

Pubblicato su: http://mytech.it/unmapped/2003/09/17/p2p-sullattenti-parla-leuropa/