Qtrax: qualcuno gli stacchi la spina, per favore



Cinque anni di bluff e false partenze: forse sarebbe ora di calare il sipario sulla vicenda del dubbio servizio musicale Qtrax. Eppure c’è chi ancora la pensa diversamente…

Un’altra tegola sulla testa del disastrato servizio musicale Qtrax. Un altro bluff, stavolta una “falsa partenza” in Australia e Nuova Zelanda. Apriamo il 5 novembre 2009, anzi no. Il tutto dopo apertura e chiusura negli Stati Uniti, in vista di un rilancio che non arriva e programmi – disordinati come al solito – per uno sbarco in Asia.

Dice Greg Sandoval su CNET: “Per la maggior parte delle startup i ritardi nel lancio sono imbarazzanti, ma non inattesi. Per Qtrax, questa è solo l’ultima puntata in una serie – lunga un anno – di fiaschi, citazioni in giudizio, fatture non pagate e promesse non mantenute”.

Rincariamo la dose: a ben vedere, Qtrax promette e non mantiene da cinque anni. Un concorrente meno noto e strombazzato, venuto fuori quasi dal nulla, Spotify, ha messo su in pochi mesi quello che Qtrax non è riuscito a fare in un lustro – streaming audio supportato dalla pubblicità – e probabilmente ne ha preso il posto nel mercato.

Qtrax non sembra volersi arrendere, nonostante tutto. L’arrivo nelle sue fila di Jay Berman, già in forze alla potente lobby discografica RIAA, in un certo senso lo rafforza: Berman è una figura chiave per avere accesso ai repertori delle major, per esempio.

Ma le bufale continuano: viene annunciato un accordo con i cinesi di Baidu e con un altro non meglio specificato motore di ricerca cinese. CNET continua a segnalare dubbi su quanto sopra. E riferisce di una fonte anonima ma affidabile di ambienti discografici, che parla di “absolute disaster“: ”Qtrax è un disastro completo. E’ imbarazzante”. A questo si aggiunge un’altra spietata definizione ad opera dell’autorevole Financial Times: “high profile fiasco“.

Quando si deciderà dunque il fondatore Allan Klepfisz a porre fine a questa specie di corsa suicida?

E’ il momento di una pietosa eutanasia. Qualcuno vuole fare un favore al mercato della musica online e agli operatori onesti in particolare, e “staccare la spina” una volta per tutte alla delirante macchina mangiasoldi chiamata Qtrax?

(Si ringrazia Nicola D’Agostino per la collaborazione)

[Pubblicato su Mytech]