Ridotti i prezzi dell’IMVU Music Store



Da febbraio giù il costo della musica per il popolare “mondo virtuale”: cosa bolle in pentola per gli stream di IMVU?

Il comunicato è scarno, è datato 19 febbraio e porta la firma di Miss Greenbacks: uno degli avatar “istituzionali” di IMVU.com.
Se preferite, il personaggio di fantasia che annuncia le offerte dirette al grande pubblico di questo mondo virtuale e software di chat 3d.

Solo due righe sotto il titolo “Abbiamo ridotto i prezzi dell’IMVU Music Store”: “Grandi notizie! I brani costano ora solo 649 crediti l’uno nell’IMVU Music Store (prezzo ridotto rispetto ai 990 precedentemente in vigore). Con l’aggiunta quotidiana di nuovi brani, ora più che mai è il momento di cominciare a condividere la propria musica preferita nelle chat di IMVU!” e giù un link alla pagina www.imvu.com/music, in cui contenuti sono però visibili solo agli iscritti del sito.

In soldoni, stiamo parlando di 65 centesimi di dollaro contro i 99 precedenti. Certo, è in generale un periodo di crisi e nel mondo della musica online già da qualche mese si sono affacciati elementi di novità rispetto al granitico prezzo di 0.99$, ormai in auge da un decennio.
Ma non è solo il fatto che Amazon Mp3 o parte del catalogo iTunes ora si trovino ad avere prezzi inferiori: IMVU vende sì mp3 scaricabili ma solo agli utenti statunitensi. Per tutti gli altri (e per gli americani stessi) però è a disposizione la musica in streaming usabile solo all’interno delle chatroom 3d. Ed è stata quella la ragione per mettere su lo store, a suo tempo musica legale in streaming contro i vecchi oggetti musicali autocostruiti, spesso contenenti brani commerciali non autorizzati.

Ma gli stream fuori da IMVU non vanno; e così, trovarsi a pagare il prezzo pieno di un download standard per una cosa che scaricabile non è, a

tanti non dove aver fatto proprio piacere. IMVU ha fatto alcuni esperimenti: weekend in cui si poteva acquistare a prezzi ridotti, per esempio.
Gli esperimenti sembrano riusciti, e così la riduzione ora è permanente. Se IMVU è un po’ un caso a parte (non è un negozio musicale ma possiede questo particolare store ad uso interno; è un mondo virtuale ma neppure il più noto Second Life ha messo su un sistema del genere) c’è anche da dire che un parametro di raffronto esiste: per esempio servizi come Rhapsody consentono ascolti illimitati in streaming con un canone mensile. Oppure Lala.com vende il “diritto” ad ascoltare (ma non scaricare) il pezzo per 10 centesimi.

Per cui i 99 vecchio prezzo di IMVU erano decisamente troppi, per questo tipo di utilizzo.

I prossimi mesi saranno decisivi per verificare la bontà di questa mossa. Che – dal canto nostro – ci sentiamo di approvare, anche se forse un tantino di coraggio in più e una discesa intorno ai 50 centesimi avrebbe fatto ancora più contenti gli utilizzatori e – di ritorno – persino le case discografiche.

Pubblicato su: http://mytech.it/life/2009/02/24/ridotti-i-prezzi-dellimvu-music-store/