Se RealNetworks copia Apple



RealNetworks copia Apple?
È con questo interrogativo che ci accingiamo ad aprire il 2004 della musica on line.
Il nuovo player di casa Real, Real Player 10 – lanciato in occasione del Ces (Consumer Electronics Show) di Las Vegas – se da un lato punta a contrastare Microsoft e il suo Windows Media Player, e ad utilizzare la propria tecnologia di Drm denominata Helix, dall’altro sembra imitare anche nell’estetica oltre che nell’importazione stile Music Store il famigerato iTunes che tanto ha fatto parlare di sé negli ultimi mesi.

Al costo di 99 cents di dollaro per brano (ma questa cifra è ormai lo standard da anni) e con un primo brano scaricabile per soli 10 centesimi, Real propone 300.000 brani musicali accessibili anche dalla versione Basic del proprio programma. Funzioni di masterizzazione Cd ed altre ancora sono disponibili nelle versioni “premium”. Il costo medio di un album è di 9.99 dollari e non esiste abbonamento; anche il formato dei file è lo stesso Aac di Apple, codificato a 192kbps.
Ma la cosa a dir poco schizofrenica è che in casa Real esisteva già un servizio simile, e le due offerte non solo non sono state integrate tra loro, ma in alcune pagine del sito ufficiale Real vengono presentate una accanto all’altra generando non poca perplessità.

Pertanto, il primo concorrente di Realplayer Music Store è quello stesso Real Rhapsody già noto come Listen.com e poi RealOne Rhapsody, che tra l’altro vende anche brani singoli a prezzo inferiore (79 centesimi!), dispone di un servizio di subscription e presenta un catalogo più ampio (450.000 brani). Rhapsody non è nome da trascurare: lo scorso settembre Pc World lo aveva insignito del titolo di “Best Buy” nella categoria musica on line.
Chiaramente, il lancio del servizio Apple deve aver davvero sconvolto i piani di diversi personaggi del “circo” della musica digitale.

Intanto, si torna a parlare di suonerie, un argomento che qualche anno fa aveva scatenato un enorme dibattito: innanzitutto perché da un lato queste musichette spesso composte da pochi “bip” che riproducono motivi di successo sembrano essere un mercato appetibile per editori e discografici, e dall’altro perché questo “prodotto” viene venduto da molti servizi a pagamento spesso accessibili per mezzo di esose connessioni a mezzo dialer o da linee telefoniche tradizionali, digitando codici di vario tipo per inviare una certa suoneria al proprio cellulare.

Il risultato è il seguente: suonerie di poche note vengono pagate diversi euro, e come beffa aggiuntiva il fornitore di tali “servizi” evade il pagamento dei diritti d’autore (in Italia incassati tramite la Siae che cha predisposto una apposita Licenza).

Molti si chiedono inoltre se sia giusto pagare diritti d’autore per pochi toni. La risposta è semplice: certo che sì, se la melodia rappresentata è perfettamente riconoscibile come un brano tutelato.
Non solo: in Germania la potente Gema (la Siae tedesca) sarebbe da poco riuscita a far riconoscere ai propri aderenti oltre al diritto d’autore un 18% aggiuntivo dai proventi delle suonerie a titolo di danno: perché ridurre a mera suoneria un brano completo può essere a tutti gli effetti una violazione dei diritti morali degli autori, come per esempio potrebbe essere un arrangiamento non gradito. In effetti sul sito Gema viene esplicitamente comunicato che «i diritti morali degli autori debbono essere fatti salvi in ogni caso» e si richiede agli associati che non intendono concedere l’uso delle proprie opere in forma di suonerie di informare in tal senso l’amministrazione della Gema.

In Italia, l’associazione di editori musicali Anem proprio su queste tematiche proporrà un incontro presso la Siae di Milano tra qualche settimana, per un aggiornamento sulla situazione in Italia anche alla luce di quanto accaduto in Germania.

(si ringrazia Nicola D’Agostino per la collaborazione)

Pubblicato su: http://mytech.it/web/2004/01/09/se-realnetworks-copia-apple/