Sfingi, piramidi & copyright



Se pensavate che gli americani siano i più “schizofrenici” in termini di copyright (in alcuni stati il copyright sui master discografici è praticamente eterno, mentre a livello federale esistono pellicole cinematografiche di neanche quarant’anni fa che per banali motivi legati a formalità non rispettate sono da tempo cadute nel pubblico dominio!) forse vi è sfuggita la notizia natalizia che – se confermata – porterà l’Egitto in pole position in una ideale gara in tema di copyright & assurdità.

Questo paese si appresterebbe a varare una legge per tutelare le proprie antichità: la Sfinge, le Piramidi, statue e monumenti spesso venduti in copia o peggio ancora “saccheggiati” da alberghi e resort vari per la creazione di “attrazioni” più o meno di cattivo gusto.

Al di là del buono o cattivo gusto di certe operazioni commerciali, però, Zahi Hawass, capo del “Concilio Supremo delle Antichità”, e sponsor della legge che starebbe per essere approvata, sembra aver dimenticato alcuni dettagli di poco conto:

1) va bene la difesa del patrimonio artistico e culturale (anche a noi italiani fa uno strano effetto una cosa come la finta Piazza San Marco situata a EPCOT, una delle aree di Walt Disney World, Florida, che ha l’aggravante di essere formata da un pezzo di Palazzo Ducale e un campanile di San Marco formato ridotto e privo di basilica, oltre a un altro edificio vagamente “romano” in quanto fino a poco tempo fa sede di una sorta di succursale americana di un noto ristorante della Capitale) ;) ma esiste una Convenzione di Berna a cui l’Egitto ha aderito nel 1977; tirare fuori dal pubblico dominio Ramsete II, Cheope o Tutankhamon appare impossibile, oltre che risibile.

2) un pezzo della BBC che riferisce la notizia riporta che Hawass avrebbe dichiarato all’emittente britannica che “la legge verrebbe applicata in tutti i paesi” (?). Iniziativa lodevole e ad ampio raggio: viene però il dubbio che la cosa sia stata trascritta un pochino in fretta e in maniera imprecisa; in caso contrario sarebbe interessante la spiegazione del signor Hawass su come possa un paese promulgare una legge (nazionale) ed aspettarsi che il resto del mondo la consideri valida sul proprio territorio, anche in vigore della Convenzione di cui al punto precedente… :)

3) un’altra fonte aggiunge che comunque la legge in via di approvazione “non proibisce ad artisti locali o internazionali di trarre profitto da disegni e altre riproduzioni di monumenti faraonici o egizi di qualsiasi epoca – a patto che non ne facciano delle copie integrali” (“exact copies”, dice l’articolo). Ora: una fotografia messa su Wikipedia o su una pubblicazione commerciale è una copia esatta o no? E un illustratore deve per forza piazzare elementi falsi ed antistorici per poter fare il proprio lavoro nel riprodurre templi e geroglifici di quattromila anni fa, magari a corredo di un testo didattico? ;-)

Geroglifici egizi – Immagine tratta da http://commons.wikimedia.org/wiki/Image:Egypt_Hieroglyphe4.jpg?uselang=it (distribuibile secondo la GNU Free Documentation License, Versione 1.2 o successiva).

Pubblicato su: http://blog.mytech.it/2007/12/sfingi-piramidi-copyright/