Sono Bearshare e Scour gli anti-Napster



Napster ha reagito alla sentenza, migliora la sua tecnologia e stringe accordi. Ma all’orizzonte si intravedono alcuni pericolosi concorrenti. ancora alle sue spalle tuttavia

Tra i software peer to peer tipo Napster, due sono al momento le alternative più interessanti: Bearshare, basato sul protocollo open source Gnutella e attualmente in rapidissima crescita quanto a numero di utilizzatori, e Scour.
Se il primo è ancora nell’ambito delle applicazioni di incerta legalità (opera esattamente come Napster, senza alcuna licenza da parte dei detentori di copyright), il secondo, dopo un periodo di testing “chiuso” operato dal nuovo proprietario, Centerspan, è ora aperto alle iscrizioni dei beta tester e contiene per il momento solo materiale legale, sia audio che video, fornito da siti come Emusic.
Se Scour prendesse piede, potrebbe essere tutto ciò che Napster aspira ad essere e anche più, visti i punti di vantaggio attuali (gli accordi con alcuni fornitori di contenuti e la possibilità di distribuire film e video musicali).
I concorrenti di Napster basati sulla formula del peer to peer si sono finora rivelati piuttosto deboli dal punto di vista tecnico, anche se continua ad esserci un certo fermento attorno ad essi.
Piccola curiosità: la filiale tedesca della Ferrero ha di recente ottenuto un risarcimento e la chiusura del sito Gnutella.de, dopo aver sostenuto presso il Tribunale di Colonia che tale sito violava il marchio, di cui è titolare, relativo alla… nota crema di nocciole: Nutella.

In arrivo la licenza per la free e-music
Non tutti, comunque, sono nemici di Napster. Nel caos generale, una voce autorevole, quella dell’Electronic Frontier Foundation, ha lanciato il 21 aprile un suggerimento nell’aria da tempo: una Open Audio License simile alle licenze per la distribuzione di software open source.
In pratica, con questa licenza gli artisti indipendenti potrebbero concedere il libero utilizzo – senza alcun compenso – dei loro brani da parte degli utenti di Napster e di altri soggetti quali i Dj amatoriali che si divertono ad assemblare playlist sulla rete (ma anche off line).
La proposta, che difficilmente sarà accettata dagli artisti legati alle major, è comunque molto interessante e probabilmente avrà seguito tra gli indipendenti.

Gli strani conti di Mp3 Loss Clock
Un’ultima curiosità. Ci si chiede spesso: ma a quanto ammonterebbero i danni subiti dall’industria discografica per colpa di Napster e soci? Qualcuno, con la complicità delle case discografiche, ha pensato di calcolarlo in una maniera curiosa.
Su migliaia di pagine Internet si vedono counter, contatori, che indicano il numero di visitatori. Il sito Pay The Band ha pensato di installarne uno più originale, denominato Mp3 Loss Clock, disponibile su Internet.
Questa sorta di orologio contaperdite mostrerebbe ogni secondo quanti soldi starebbero perdendo i discografici – a un ritmo di 16.666,66 dollari al minuto -, in base a statistiche fornite dalla Record Industry Association of America (l’associazione dei grandi discografici americani) – a causa dellla condivisione dei file operata dai naviganti mediante Napster e simili.

Pubblicato su: http://mytech.it/flash/2001/05/08/sono-bearshare-e-scour-gli-anti-napster/