Spotify: finalmente in USA



Con almeno un anno di ritardo, ecco l’attesissima notizia: Spotify arriva in USA. Resa dei conti nel circo della musica online?

Di sicuro, la seconda metà del 2011 non sarà noiosa per i frequentatori del “circo” della musica digitale.

Mentre Apple, Google e Amazon lanciano le proprie “nuvole“, Spotify – re della musica in streaming – finalmente sbarca in USA.

Questo significa diverse cose: un potenziale canale di danaro fresco per etichette e artisti; un “jukebox celestiale” per gli utenti (Spotify è il servizio che più sembra avvicinarsi a questa idea; e la rilancia citando nella propria pagina dedicata al lancio in USA una definizione pubblicata nel 2009 dalla rivista Time) a costi contenuti o persino gratis.

Infine, un temibile concorrente che – oltre a poter essere l’unica vera minaccia per lo strapotere di Apple – siamo certi non mancherà di dare il colpo di grazia a qualche sito o servizio che stancamente si trascina da anni (Napster, Rhapsody, Medianet e altri ancora).

Al 12 giugno, a Spotify mancava solo il repertorio Warner per avere in tasca i cataloghi delle quattro major, a disposizione del pubblico americano. Con 10 milioni di utenti in Europa (dati di fine 2010) e 1 milione di abbonati paganti nel vecchio continente a marzo 2011, Spotify finalmente compie il grande salto verso il mercato più importante per la musica.

La data definitiva non è stata annunciata, ma stavolta sembra davvero la volta buona: il jukebox universale è in arrivo; la resa dei conti nel mondo dell’mp3, pure…

(Si ringrazia Nicola D’Agostino per la collaborazione)

[Pubblicato su Mytech]