Spyware dentro Kazaa: chi ci guadagna?



Lo strano intreccio attorno al software peer-to-peer per lo scambio della musica digitale. Quando la privacy è travolta dagli interessi commerciali

È stato lanciato i primi di aprile l’allarme su Kazaa – uno dei “nuovi Napster” – conterrebbe un componente segreto che permetterebbe di fare più di quanto non facciano i soliti spyware.

Sul sito ufficiale di questo software non ci sono notizie di alcun genere in merito, ma solo il comunicato dell’avvenuto acquisto da parte del gruppo Sharman Networks, oltre a una serie di informazioni su programmi da molti catalogati come spyware, che sono ufficialmente parte di Kazaa (i cosiddetti Bundle); tutti questi software possono comunque essere rimossi.

Simon Hayes – che scrive per The Australian – ha sostenuto invece che gli utenti di Kazaa hanno scaricato con questo software anche il pericoloso componente “dormiente” che a loro insaputa li collegherà tra breve a una rete denominata Altnet. Tale rete servirà a sfruttare i Pc collegati, o meglio la loro potenza di calcolo ma anche lo spazio libero sull’hard disk, in una incredibile commistione tra tecnologia P2p e calcolo distribuito. E tutta questa potenza non sarebbe a disposizione per fini no-profit o di ricerca, come SETI@Home o Distributed.net, ma per grandi utenti commerciali.

Dopo una verifica sul sito dei proprietari di Altnet, la misteriosa Brilliant Digital – che sembra occuparsi di applicazioni multimediali (sua la realizzazione di alcuni video musicali diffusi via rete e di webisodes ossia episodi di serial multimediali di popolari personaggi della Tv o dei fumetti come Xena e Superman) – scopriamo che Altnet esiste e che fa davvero quel che si dice. Anzi, in qualche modo promette persino di ripagare gli utenti che metteranno a disposizione il proprio Pc.

Dallo stesso sito apprendiamo che Altnet è una joint venture con la misteriosa Joltid, che viene presentata con le altisonanti parole «the developers of the world’s most popular P2P technology». Non ci sono comunicati stampa che colleghino apertamente Sharman e Kazaa a Brilliant Digital, anche se pare che la prima società abbia acquisito dalla seconda tecnologie per includere banner pubblicitari nel proprio software.

Ma Hayes fa notare che a capo di Kazaa c’è un’australiana, Nikki Hemming; a capo di Brilliant c’è un altro connazionale che risiede negli States, tale Kevin Bermaister. Costui è uno dei precedenti datori di lavoro della Hemming. E se quest’ultima ha rassicurato gli utenti di Kazaa im merito alla loro privacy, il giornalista australiano non è invece riuscito ad ottenere alcun commento da Bermeister. Come se non bastasse, dietro il nome Joltid, come rivela un altro articolo pubblicato da DotcomScoop, c’è la Blastoise che nasconde i creatori di FastTrack, la stess tecnologia alla base di Kazaa. Un intreccio da emicrania.

Il sistema dovrebbe anche servire a monitorare i contenuti di Kazaa, mediante l’utilizzo di tecnologie per escludere dalla condivisione i file sospetti di violazione di copyright. Certo, una potenza di calcolo praticamente illimitata (gli utenti di Kazaa sono circa 2 milioni) non sarebbe cosa da poco, e mai si è vista un’offerta commerciale simile. Se non altro, dovrebbe comunque restare la possibilità per gli utenti di scollegarsi da un intruso così prepotentemente “invadente”.

Pubblicato su: http://mytech.it/web/2002/04/23/spyware-dentro-kazaa-chi-ci-guadagna/