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Universal: class action degli artisti per il digitale

Dopo il caso Eminem, si allunga la lista degli artisti che pretendono un trattamento diverso per le vendite di mp3: guai in vista per le major?

Nuovi guai per Universal: un gruppo di artisti prepara una class action per le royalty digitali.

Tutto comincia con Eminem, o meglio con la sua ex casa di produzione FBT e una causa che la contrapponeva ad Universal Music Group per le royalty relative alla distribuzione di musica online.

Per Universal, un mp3 è una “vendita” e quindi le royalty sono calcolate come si calcolano le vendite dei dischi. Con percentuali a favore dell’artista non proprio entusiasmanti (d’altra parte il costo del supporto fisico e i costi collaterali come grafica, studio di registrazione, promozione ecc. sono tutt’altro che trascurabili).

Nell’mp3, però, i costi si riducono drasticamente. Spesso, si tratta solo di riciclare materiale di catalogo nel nuovo formato digitale. E i contratti tra label e siti web fanno riferimento a una licenza: l’etichetta concede in licenza un master, che poi viene venduto da siti e servizi online oppure incluso in formule di abbonamento, e via dicendo.

Può sembrare solo una questione di forma; così non è: nel licensing – pensiamo a utilizzi multimediali come film, dvd, videogiochi – il compenso di un artista raggiunge anche 50% dei proventi.

Il caso Eminem, o meglio FBT/UMG, si è chiuso con una sconfitta per la major: il giudice ha sostenuto la posizione della parte attrice. E’ una licenza, bisogna pagare di più.

A questo punto molti osservatori del mercato hanno pronosticato una valanga di azioni analoghe da parte di altri artisti e produttori. La prima è stata quella degli eredi di Rick James, superstar del funk. Era inizio aprile 2011.

Qualche giorno fa si sono aggiunti altri pezzi grossi: come riferisce Hypebot, Rob Zombie, White Zombie, Whitesnake e Dave Mason sono i nomi coinvolti in una class action contro UMG, depositata alla Corte Distrettuale di San Francisco.

Universal per ora resta sulle sue posizioni: il contratto relativo ad Eminem era un caso particolare, non lo standard. Allo stesso tempo, molti altri legali studiano azioni simili per i propri clienti. Dunque le major del disco hanno da temere dal mondo degli mp3 legali più danni di quanti non ne abbia mai fatto il peer-to-peer non autorizzato? Una grana non da poco, in un momento molto delicato per il mercato.

Curiosità finale: in realtà dal caso Eminem, paradossalmente, chi non guadagnerà nulla è proprio l’artista stesso (!). Lo ha rivelato il 18 maggio MTV RapFix: in pratica, l’artista non si è unito in prima persona all’azione legale, che è stata portata avanti dai produttori di FBT. Ciò forse per non irritare la major, che è anche proprietaria di Interscope, la struttura con cui Eminem lavora tuttora.

Fatto sta che in mancanza di un accordo ad hoc (o di una ulteriore azione legale) nulla sarà dovuto da FBT a Marshall Bruce Mathers III

[Pubblicato da Mytech]