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Eff vince su Universal: il “caso Augusto” è risolto

I cd promozionali non restano di proprietà delle case discografiche: le etichette adesive e diciture apposte non hanno alcun valore. Salvo Troy Augusto, venditore eBay, e salvi i diritti di consumatori (e collezionisti in particolare)

 

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Musica online: 2000-2010 “l’anno pazzo della musica online”, reloaded

Quasi dieci anni fa, pubblicavamo su Mytech il resoconto di un’annata tanto incredibile quanto sconclusionata per il “circo” della musica online. Cosa rimane di quella stagione pionieristica e sregolata?

Cage Against The Machine – Facebook di nuovo contro X-Factor

Dagli utenti del social network, una nuova sfida (non del tutto riuscita) al programma televisivo britannico di “talenti” musicali: e come l’anno scorso i soldi andranno in beneficenza. Ma anche stavolta qualcuno avrà il suo bel tornaconto…

I quattro minuti e trentatré secondi di silenzio di John Cage contro gli esordienti del reality X-Factor.

Dopo la vittoria dell’anno scorso, ecco una nuova sfida-sberleffo per cercare di impedire che il patrono di X-Factor, Simon Cowell, piazzi un suo protetto in cima alle classifiche britanniche. Questa volta, però, è andata meno bene.

Il richiamo all’iniziativa del 2009 era chiaro sin dal titolo, che combina il gruppo scelto la volta scorsa (Rage Against The Machine) con il nome del celebre compositore in un divertente pastiche.

Cage Against The Machine è una campagna per far diventare 4’33”, il capolavoro ‘muto’ di John Cage il n.1 di Natale 2010″, recita il comunicato diffuso dai promotori dell’iniziativa. Giocando anche sul titolo di una delle più celebri melodie natalizie (Silent Night) il gruppo Facebook che ha rapidamente messo insieme diverse decine di migliaia di persone, sperava di realizzare davvero una “notte silente” nelle classifiche di Natale, magari costringendo il primo canale radiofonico della BBC a trasmettere il silenzio di Cage.

Tutti i denari raccolti da pubblicità ed eventuali altre iniziative collaterali andranno in beneficenza (lo scorso anno la campagna su Facebook raccolse una somma notevole che fu destinata a scopi benefici), ma lasciateci sollevare un piccolo dubbio.

I detrattori della precedente campagna sostenevano che in fondo un beneficiario c’era stato: la Sony; la major, che aveva mancato il n.1 con X-Factor, l’aveva comunque ottenuto con i Rage Against The Machine, che erano distribuiti dalla stessa scuderia.

All’epoca chiudemmo la segnalazione dell’avvenuto sabotaggio con queste parole: “Facebook e social network come metodo per taroccare le classifiche discografiche dunque? E se i prossimi a farlo fossero i discografici stessi?”

L’operazione di quest’anno viene fatta non su un pezzo qualunque di un’etichetta qualunque, ma su un brano di John Cage pubblicato dalla Wall of Sound nell’ambito di un album di remix realizzato ad hoc (si può remixare il silenzio? Questa è un’altra storia… ;))

Questa etichetta viene menzionata e ringraziata nel sito ufficiale dell’iniziativa (http://www.catm.co.uk/), dove si invita anche ad acquistare tutto il blocco dei remix, anche se per partecipare alla campagna basta la sola traccia di silenzio originale. Anche sul sito della label l’iniziativa è presentata apertamente come collegata al prodotto discografico: praticamente un tutt’uno. Si parla di 5 enti a cui saranno devolute le donazioni (ma non se ne fanno i nomi) e non è chiaro se tutti i proventi delle vendite saranno donati dall’etichetta o solo parte di essi.

L’iniziativa era gustosa e ben pensata, non c’è che dire: sono coinvolti anche nomi di lusso sia tra i gli esecutori della versione silenziosa (Coldcut, Imogen Heap, Pete Doherty, Orbital, Billy Bragg…) che tra i remixer (Adam F). Ma forse sarebbe stato un filo più trasparente realizzarla con una versione preesistente del brano: dopotutto in molti hanno avuto la faccia tosta di coverizzare il silenzio di Cage; per esempio Frank Zappa, nel 1993. (Full disclosure: è stata coverizzata persino dal sottoscritto, due anni fa; una preview in streaming – rigorosamente muta – è tuttora presente su BeastDigital…).

Ma implacabile la classifiica natalizia è stata pubblicata il 19 dicembre: Cage Against The Machine ha raggiunto solo il n.21.

Lo smacco è stato doppio, o forse triplo: al primo posto Matt Cradle, con “When We Collide”. Al terzo “Surfin’Bird” dei Trashmen, brano anch’esso spinto da una campagna a mezzo Facebook (!), come pure lo stesso stratagemma ha portato al n.7 la band scozzese Biffy Clyro, nome scelto unicamente perché interprete originale del brano coverizzato dal vincitore di X-Factor (il cui titolo originale è “Many of horror”)

Comunque sia andata, le campagne Facebook hanno fatto molto rumore, ma la tv nazionalpopolare di più: nove brani sui primi dieci avevano un qualche legame con il programma prodotto da Cowell, che ancora una volta conta le banconote e ridacchia beffardo…

(Articolo realizzato in collaborazione con Nicola D’Agostino e originariamente pubblicato su Mytech, edito da Mondadori)

Amazon: a sorpresa, lo sbarco in Italia

Quindici anni dopo, anche l’Italia ha il suo Amazon: e appena in tempo per il Natale 2010…

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Microsoft: a favore dell’ambiente. Ma anche no

Si avvicina l’assemblea degli azionisti: proprio in un momento storico in cui si fregia delle proprie mosse in campo di sostenibilità ambientale, Microsoft sembra contraddirsi con uno strano argomento all’ordine del giorno

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Mp3: morto un Mulve, se ne fa un altro

Neanche un mese di popolarità: Mulve ha già chiuso i battenti. Ma le alternative al noto servizio di download mp3 – rigorosamente non autorizzato – come previsto continuano a impazzare. E abbiamo scoperto un curioso retroscena…

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Qoob (MTV Italia) chiude il 31 ottobre

Dal web alla tv digitale e ritorno, ma senza successo. Chiude dopo meno di quattro anni un esperimento di Telecom Italia Media e MTV Italia.

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The Social Network: l’avventura di Facebook al cinema

Il 12 novembre arriva il film che narra la vicenda di Mark Zuckerberg, Sean Parker e del social network più popolare: Facebook diventa un film

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Mulve? Forse è già morto

Mulve, la fonte definitiva per gli mp3 o il bluff colossale: ne parlavamo giusto ieri in Mytech aggiungengo le parole “troppo bello per essere vero”.
Ed ecco che neanche 24 ore dopo non solo www.mulve.com è down, ma il client non riesce a connettersi, una volta lanciato.

Mulve logo

DMCA take down request, bare with us guys. We had to disable the server for a little while” dicono i titolari dalla pagina Facebook ufficiale: abbiate pazienza, c’è una richiesta di rimozione secondo il Digital Millennium Copyright Act, abbiamo dovuto disattivare il server per un po’.

Mulve screen

Un altro messaggino descrive il problema come “risolvibile”; e qualche ora dopo “Non dovrebbero volerci più di 24 ore (forse meno). E’ solo che non possiamo rimettere tutto nella location originale a causa dei problemi legali legati alla richiesta di rimozione della RIAA“. In casa Mulve aggiungono faccine e si promettono anche aggiornamenti per risolvere problemini di crash avuti da qualche utente.

Noi qualche dubbio ce lo teniamo comunque; la potente lobby dei discografici USA (quelli che per un decennio non hanno neanche ben capito cosa fosse la musica online) è all’opera. Il prevedibile gioco del gatto e del topo è iniziato; onestamente non sappiamo neanche se valga la pena seguirlo. Spotify, per favore muoviti a sbarcare nel resto del mondo.

[Pubblicato sul Blog di Mytech]

Mulve, troppo bello per essere vero?

Darà il colpo di grazia all’industria discografica o è un bluff clamoroso? Intanto, i download superveloci di Mulve.com spopolano…

A leggere i primi commenti e recensioni la prima cosa che viene in mente è: troppo bello per essere vero.

Mulve.com promette mp3 superveloci e di buona qualità, gratis e senza le attese spesso lunghe di sistemi p2p come eMule o BitTorrent.

Con il vantaggio del non dover condividere nulla, di non essere basato su tecnologia peer-to-peer e di non (così pare) comportare alcuna responsabilità per gli utenti (che restano anonimi e – non rimettendo a loro volta a disposizione i file – non diventano “corresponsabili” del filesharing come accade in altri sistemi).

Sembra l’uovo di Colombo, il jukebox celestiale sognato dagli utenti (ok, c’è Spotify ma non per tutti; perdipiù Mulve è gratis) oltre che la nemesi definitiva delle case discografiche vecchio stile, e la morte del copyright.

Siamo sicuri che sia davvero così?

Mulve afferma di avere una decina di milioni di brani disponibili, e forse è vero. Per gli utenti sembra un paradiso: solo un piccolo download, niente spyware dubbio (anche se ci sono dei banner pubblicitari), nemmeno occorre registrarsi. Nel file .zip oltre al programmino c’è solo un file testuale che suggerisce di fare una donazione. Per ora Mulve ha bisogno di 500 dollari per andare avanti. Mentre scriviamo ne ha già messo rapidamente insieme più della metà.

Ci sono i Beatles e gli Stones ma anche registrazioni esotiche come Cicciolina che si esibisce in una cover di “Russians” di Sting, mezza in inglese e mezza in italiano. Non ci troverete “tutto” però. Ci sono anche nomi non del tutto sconosciuti che potrebbero risultare assenti.

C’è il pregio di leggere il bitrate e di avere in media meno spazzatura (e niente trojan o virus) della maggior parte dei sistemi p2p. Ma ci sono pure momenti in cui il software fa le bizze e vi dirà “No results” anche per i nomi più popolari. Per fortuna, basta chiudere e riaprire il programma, ed ecco ricomparire i risultati.

In Mulve, che si presenta come “music discovery program” non troverete film, immagini, software ma solo musica. A patto che riusciate a scaricarlo, il client. Già, perché periodicamente Mulve.com ha problemi. Sarà il troppo, improvviso successo. Va beh. C’è anche un’immancabile paginina Facebook.

Il servizio conta di restare gratuito e di supportarsi con la pubblicità; anzi ha già persino degli inserzionisti. La velocità? Stellare. Andiamo nell’ordine delle centinaia di Kb al secondo, per cui in mezzo minuto al massimo avrete qualsiasi brano musicale. Una velocità del genere nei normali sistemi p2p è impensabile per molte cose. In eMule forse è valida per la musica più popolare del momento. In BitTorrent e soci, forse, per i film pornografici di maggiore successo. Non essendoci seed o comunque condivisione, il sistema è democratico: tutto verrà scaricato alla stessa, alta velocità (nel p2p appunto un brano raro magari esisterà solo in una copia o due).

Sarà vera gloria? Abbiamo qualche dubbio. La legalità resta al momento incerta, e qualche azione potrebbe essere tentata. Mulve non è rintracciabilissimo: il domain è registrato tramite un proxy (Protected Domain Service di Denver, Colorado; il loro sito sembra però defunto). Quindi non sappiamo da un semplice “whois” chi ne sia il titolare e dove si trovi. Però l’autorità preposta con apposito mandato potrebbe accertare quanto sopra e bloccare il sito .com e la distribuzione del client.

Ma il problema è che per allora il client sarà già altrove. Duplicato su siti e sistemi peer-to-peer tradizionali. Rinominato, modificato, ridistribuito. E se i server sono davvero in Russia come si dice (e come sembrano confermare molti titoli in caratteri cirillici che compaiono in fase di ricerca) la cosa si complica. In quel paese le case discografiche hanno perso la battaglia con siti come Allofmp3.com già anni fa. “Buchi” nella legge russa consentono una sorta di pirateria legalizzata, con licenze collettive emesse da un paio di enti che poi dovrebbero pagare artisti e discografici (ma non lo fanno). Mulve potrebbe appoggiarsi a loro, e si entrerebbe in un circolo vizioso.

Alle case discografiche ormai fuori tempo massimo consigliamo di tirare fuori tutto il back catalogue e di metterlo in rete a prezzi accessibili e non superiori ai canonici 99 centesimi a brano (ma anche di non esagerare verso il basso: gli utenti si sentiranno presi in giro e smetteranno di pagare del tutto: ci riferiamo a certe offerte speciali viste su iTunes, che onestamente sembrano offensive verso chi ha in precedenza acquistato un album a prezzo pieno…). Se tutto va bene, Mulve sarà un’altra moda passeggera. Dopotutto, per esempio, i nomi dei file sono manipolati o imprecisi, talvolta compaiono gli ostici caratteri cirillici; la qualità dei file non è sempre la stessa. In altre parole, se il mercato statunitense – che poi è quello dove si gioca la partita – avesse per le mani uno Spotify, molta gente non avrebbe motivo di andare su Mulve per copie non autorizzate.

Una piccola scommessa: tra un po’ di tempo in casa Mulve finiranno soldi e inserzionisti e il sistema non reggerà più. Se reggerà, significa che dall’altra parte non si fa ancora abbastanza per far capire alle persone che esistono alternative decenti, economiche e legali.

[Pubblicato su Mytech]

Trent Reznor, musica per Social Network

Uno strano messaggio (strano perché datato 19 settembre ma in realtà pervenuto solo il 21) che ha per mittente i Nine Inch Nails annuncia l’uscita di un EP gratuito che anticipa la pubblicazione di una colonna sonora completa:

Trent Reznor e Atticus Ross hanno composto le musiche per il nuovo film di David Fincher “The Social Network“. QUI è possibile scaricare un EP gratuito con cinque brani musicali tratti dal film. Tramite lo stesso link è anche possibile prenotare la colonna sonora completa in diverse versioni.

Da notare che “qui” è da intendersi come il sito della fantomatica Null Corporation, la label indipendente di Reznor.

Oltre all’EP scaricabile, le versioni a pagamento sono un cd con 19 tracce, un HD Blu Ray audio 5.1 (!) e un doppio vinile 180 gr.; i tre prodotti hanno date di uscita diverse, tutte nel mese di ottobre. Agli acquirenti arriverà anche in omaggio la versione mp3 da scaricare.

Annunciato dal brillante slogan “You don’t get to 500 millions friends without making a few enemies” (“Non puoi avere 500 milioni di amici senza farti un po’ di nemici”), “The Social Network” è nientemeno che la storia di Mark Zuckerberg e della sua cratura, Facebook, con tanto di Justin Timberlake (!) nella parte di Sean Parker (Presidente di Facebook e in precedenza tra l’altro cofondatore del Napster originale).

Il film uscirà a partire dal 30 settembre in diversi paesi (1° ottobre negli Stati Uniti, nel comunicato sono indicate le date per moltissimi paesi ma l’Italia non è per il momento compresa…).

E complimenti a Reznor per l’ennesima geniale trovata…

[Pubblicato sul Blog di Mytech]

Svezia, il Partito Pirata non ce la fa

Contrariamente alle aspettative, il Partito dei Pirati svedesi non ripete l’exploit delle Europee: e neppure supera il 4%

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Carte di credito, Visa blocca ePassporte

Un sistema di pagamento online “alternativo” sospeso dal circuito Visa; gravi ripercussioni per tutta una serie di business; ma per il fondatore (e il film basato sulla sua vicenda) potrebbe persino essere un’ottima pubblicità…

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BitTorrent & eDonkey2000: nuovi guai per gli utenti… dalle major del porno

Un nuovo gruppo di cause contro singoli (e per ora ignoti) utenti del p2p: dopo discografici e major del cinema, anche i re del porno attaccano “John Doe”

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Loopmasters DJ Mixtools: quando il mixaggio è royalty-free

DVD di loop musicali e una piccola, grande rivoluzione da Loopmasters, per il mondo dei dj

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