Terremoti, quando il web aiuta



USGS e Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia: dati sui terremoti sul web, accessibili da tutti e in tempi rapidi.

Di questi tempi, purtroppo, i drammatici fatti accaduti in Abruzzo ci hanno riabituato a sentire spesso parlare di termini come magnitudo e di scala Richter; e a volte nei telegiornali nostrani che mostravano servizi sul terremoto del 6 aprile che ha colpito L’Aquila e dintorni compariva la sigla “USGS” quando veniva registrata una scossa di una certa importanza. Dietro questa misteriosa sigla c’è un ente pubblico statunitense – la sigla sta per United States Geological Survey – il cui compito è studiare l’ambiente, le risorse naturali e le calamità. E l’ente va ben oltre i suoi compiti, che principalmente si rivolgono al territorio nazionale; ed effettua così anche in collaborazione con istituti ed altre istituzioni sparse in giro per il mondo il monitoraggio dei principali terremoti in tutto il pianeta.

Per di più, essendo l’USGS un’agenzia governativa, come ad esempio avviene per la NASA, la gran parte dei materiali pubbliccati è di pubblico dominio. Ecco dunque una delle fonti da cui siti, telegiornali ed organi di stampa possono rapidamente prelevare e diffondere mappe che indicano l’epicentro di un sisma oppure la distribuzione di un intero sciame sismico. Ecco così una pagina interamente dedicata ai terremoti in Italia, e un link dal quale si può rilevare l’ultima scossa di una certa importanza registrata nel nostro paese (al momento di pubblicare questo articolo, i dati che compaiono sulla pagina sono quelli della scossa del 13 aprile 2009 alle 23.14, che l’USGS riporta come un grado 5.0 Richter).

L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia dispone di un sito apparentemente scarno (perlomeno sulla home page www.ingv.it, ma internamente il sito si presenta come un portale più ricco e strutturato) ma allo stesso tempo agile e documentato: tutte le scosse registrate vengono visualizzate sulla home in tempi rapidi.

In una pagina d’archivio si possono leggere i dati principali sul forte terremoto che ha colpito L’Aquila e dintorni lo scorso 6 aprile. Inizialmente, questo materiale è stato presentato sulla home stessa mentre gli eventi principali erano ancora in corso. “Dall’esame dei segnali riconosciuti automaticamente alla stazione INGV MedNet de L’Aquila (AQU, ubicata nei sotterranei del castello cinquecentesco), sono state conteggiate oltre 10.000 scosse”, dice tra l’altro il documento.

Come dicevamo, sulla home è normalmente disponibile una lista che comprende gli eventi sismici degli ultimi 2-3 giorni. La terra non smette praticamente mai di tremare, anche se ovviamente poche sono le scosse avvertite dall’uomo e la maggior parte di esse è percepita più che altro dagli strumenti. E’ interessante il colpo d’occhio su questa lista: nei giorni immediatamente successivi al 6 aprile le scosse si concentravano sulla stazione denominata “Aquilano”; nei giorni successivi è qui che si è osservato lo spostamento in altri punti della stessa area. Per esempio verso i Monti della Laga e quindi più a nord dell’epicentro originario. Oltre a magnitudo, latitudine e longitudine è presente una colonna che indica la profondità a cui si è verificato il sisma. Nel caso del’Abruzzo, a quanto pare, gli eventi principali sembrano essere quasi tutti localizzati entro i 10-12 km., come dire nella parte alta della crosta terrestre, a poca profondità.

Allo stesso modo si può osservare che di tanto in tanto piccole scosse “che non fanno notizia” si sono verificate anche di questi tempi in altre parti d’Italia. Raccogliere e studiare dati di questo tipo già oggi consente di osservare uno sciame sismico in evoluzione; di certo potrà solo essere di beneficio per ulteriori studi volti a prevenire possibili future calamità naturali.

Pubblicato su: http://mytech.it/life/2009/04/17/terremoti-quando-il-web-aiuta/