Vevo, Muziic, YouTube, eMusic: fuochi d’artificio di fine anno



Indiscrezioni, voci, bluff e manovre per alcuni nomi noti di musica & video online: vediamoli in dettaglio

L’ultimo scorcio del 2009 ha visto nel “circo” della musica online l’acquisizione di Lala da parte di Apple e la fine di Imeem divorato da MySpace Music (che già si era “pappato” iLike poco tempo addietro). Senza contare che l’anno è stato costellato da fiaschi, fallimenti e chiusure assortite, da Qtrax a Spiralfrog.

Curiosamente c’è un nome che non se la passa male, ma i cui proprietari sembrano ansiosi di disfarsene: si tratta di eMusic.

Secondo il New York Post, ripreso subito da Paidcontent.orgJDS Capital, proprietaria di eMusic ma anche dell’aggregatore di The Orchard pensa a qualcosa per “smuovere” eMusic. Ricapitalizzazione o cessione sembrano le opzioni più verosimili.

Strano che eMusic, che pure si presenta come un buon affare e tuttora uno dei nomi migliori sulla piazza (oltre che un nome storico della musica online, forse l’unico vero “sopravvissuto” tra i servizi della prima ora) venga visto come una cosa di cui liberarsi. Certo, la sua base di abbonati non è esplosa: ma vista la feroce concorrenza del settore e il fatto comunque di recente si è anche aggiunto il catalogo di una major (Sony), ci sarebbe da accontentarsi, forse.

Ancora, eMusic non cresce, ma neppure crolla. Non ha bisogno di iniezioni di denaro e anzi si appresterebbe ad aggiungere al proprio catalogo i repertori di altre due major in trattativa.

Il pubblico, però, sembra attratto da servizi dediti allo streaming gratuito, dal citato Lala all’emergente Spotify. Forse, abbinare qualcosa del genere a un solido servizio di download come quello di eMusic creerebbe qualcosa di nuovo e di “potente” sulla scena attuale. I siti che abbiamo citato fanno due nomi di possibili interessati: Best Buy e Rhapsody. Chissà.

Intanto ci sono manovre attorno a un altro nome emergente della musica e del video online: quel Vevo lanciato da neanche un mese, in partnership tra major del disco e YouTube.

Più che per la notvità del servizio, però, negli ultimi giorni se ne è parlato per una sorta di “hack”: Muziic ha praticamente permesso di accedere al materiale di Vevo senza gli spot pubblicitari. Già, perché Vevo pubblica video musicali con annunci pubblicitari, i cui proventi ripartisce con gli aventi diritto. Ma Muziic – di cui ci siamo occupati in passato – è un player che organizza il materiale musicale presente in YouTube… e nel fare ciò, casualmente, si libera degli spot allegati ai video di Vevo.

Così, ecco YouTube e Vevo correre rapidamente ai ripari per modificare i propri tool e non consentire a Muziic di aggirare gli spot. Dopotutto, Vevo consente di fare embedding dei propri video, ma non di rimuovere i “consigli per gli acquisti”, che sono alla base del proprio business model

Pubblicato su: http://mytech.it/web/2009/12/31/vevo-muziic-youtube-emusic-fuochi-dartificio-di-fi/