Weedshare: da Sananda Maitreya a CD Baby, il peer-to-peer legalizzato per gli indipendenti



Da circa un anno – è stato lanciato nell’autunno 2003 – è in circolazione un sistema di distribuzione peer-to-peer dotato di alcune peculiari caratteristiche che negli ultimi mesi ha cominciato a prender piede.

Weedshare permette infatti di distribuire gratuitamente file audio ma anche di far giungere agli autori un contributo; i file – che si presentano come dei .WMA “avvolti” da una tecnologia di Digital Rights Management – possono poi essere “rivenduti” a terzi dagli acquirenti, guadagnando piccole percentuali, ma sempre pagando il titolare originario.
Come dire: per certi aspetti una versione musicale e P2P del classico modello “shareware” adottato in passato da tanti programmatori indipendenti per i propri software.Osservatorio musica
Per altro verso il modello è piuttosto simile a quanto un tempo implementato dal vecchio “marketplace” di Yaga.com, soppresso ormai da più di due anni.
Il formato Weed non ha ancora sfondato e non è detto che si imponga nel sempre affollatissimo “circo” della digital music, ma di certo sta accumulando un buon numero di estimatori anche di prestigio; tra questi il rapper Sir Mix-A-Lot, che a gennaio 2004 ha pubblicato un album utilizzando questa tecnologia; e soprattutto l’artista un tempo noto – Prince fa scuola… – col nome di Terence Trent D’Arby e oggi ribattezzato Sananda Maitreya: la popstar ha prima distribuito alcuni brani musicali con questo sistema e a fine maggio risultava occupare simultaneamente i primi 3 posti della classifica di Weedshare; poi, l‘8 giugno, ha messo in circolazione anche un video sempre in formato Weed. Tuttora, ai primi di novembre, un suo brano occupa il secondo posto della classifica di Weed e di fatto Sananda ha utilizzato questo mezzo, ma anche altri formati e software per realizzare un album distribuito solo via Rete.
Curiosità: lo stesso Sananda (che da qualche anno oltre al web ufficiale www.sanandamaitreya.com dispone anche di una propria newsletter diffusa via e-mail) nel proprio sito asseriva di essere stato abbandonato e praticamente truffato dalle major discografiche, e di aver cominciato a recuperare qualcosa dalla propria musica solo grazie a sistemi come Weed che permettono all’artista di gestirsi direttamente. Ma a soli due giorni dal primo comunicato che annunciava la release del video, lo scorso 10 giugno, il video di cui sopra veniva reso disponibile gratis per tutti in formato Quicktime: a quanto pare, per ora, un file .MOV ha comunque più possibilità di raggiungere fan vecchi e nuovi dell’artista, rispetto a una versione Weed.

Per completare il quadro restano da segnalare due fatti: il primo è che Weed non dispone di un server centralizzato e si basa sia sulla distribuzione tramite i sistemi P2P da parte dei singoli utenti, e sia su una fitta rete di “provider”, distributori che mettono a disposizione degli artisti (talvolta a pagamento) spazio web da cui gli utenti possono scaricare materiale in formato Weed.
Da ultimo, anche il popolare distributore di musica indipendente CD Baby ha recentemente stretto accordi con Weed per portare la musica dei propri artisti in questo formato. Il servizio viene però offerto solo come opzione, perché mentre CD Baby può rimuovere i file audio caricati su Napster, eMusic, iTunes o altri servizi qualora un artista decida di non rinnovare il contratto e quindi ritirare i propri brani dal servizio, con Weed di fatto i file continueranno a circolare in qualche modo tramite gli infiniti canali dei servizi peer-to-peer e del Web stesso. Per cui prima di aderire, gli aventi diritto devono essere ben consci di questo rischio.

Pubblicato su: http://mytech.it/web/2004/11/17/weedshare-da-sananda-maitreya-a-cd-baby-il-peer-to/