Anshe Chung, l’avatar più ricco del mondo



Anche in tempi di crisi la sua stella continua a splendere in mondi virtuali come Second Life e IMVU: per Ailin Graef e il suo alias fatto di pixel, Anshe Chung, il successo continua, ma…

Che Ailin Graef, meglio nota come Anshe Chung, sia una dei “milionari” del web – e la prima tra i ricconi dei mondi virtuali – è cosa nota.
Che abbia fatto la propria fortuna su Second Life e secondariamente in altri mondi virtuali e giochi online – vendendo oggetti con “compravendite immobiliari” – pure.
Un terzo particolare è meno conosciuto e prestigioso, pur essendo da tempo di pubblico dominio: “ha cominciato come prostituta su Second Life” – dice una fonte affidabile e ben informata, uno degli avatar più popolari in IMVU (che ovviamente non intende esporsi in prima persona) – “Spillava soldi agli sviluppatori più ricchi”.

Già, perche per chi non lo sapesse, esiste uno strisciante ma tutt’altro che trascurabile fenomeno di “credit whore”, persone disposte a fare sesso virtuale in posti come Second Life in cambio di crediti o regali per il proprio avatar. Il fenomeno non è neppure nato con Second Life e fu portato alla luce anni addietro da Urizenus Sklar, alias Peter Ludlow, reporter del “metaverso” in seguito fondatore del “Second Life Herald“, nientemeno che in The Sims Online.

Sempre la nostra fonte ricorda come un’intervista online ad Anshe – poi ripubblicata da diversi siti – sia stata manipolata “in diretta” da qualche hacker spiritoso che aveva introdotto immagini oscene nella stanza ove l’avatar della sviluppatrice veniva intervistato, a ricordare ironicamente il suo “oscuro” passato digitale. Tutta la vicenda è ben ricostruita su Wikipedia, dove una ricca pagina è dedicata ad Anshe, raffigurata tra l’altro nel momento del suo maggior successo: quando, nel 2006, finì addirittura in copertina a BusinessWeek. L’episodio infurò non poco Anshe e il marito Guni Greenstein (pseudonimo di Guntram Graef e socio degli Anshe Chung Studios, fondati in Cina nel 2006), al punto da gridare ora alla violenza sessuale (paragonando l’atto perpetrato sul proprio avatar a un’aggressione a sfondo sessuale contro una persona reale) ora alla violazione di copyright (chi aveva a qualsiasi scopo ripubblicato il filmato si è visto recapitare email di diffida in riferimento a una presunta violazione del DMCA visto che l’avatar raffigurato era – a dire della sviluppatrice/imprenditrice virtuale – coperto da diritti d’autore).

Chissà se di questi tempi, in mezzo a una crisi internazionale che non sembra risparmiare nessun settore e che colpisce anche i mondi fatti di pixel in cui Anshe vive e prospera – vedi la repentina fine di Google Lively – i suoi affari siano ancora su un buon livello.
Qualcosa ci dice di sì: è impossibile immaginarsi una finestra di IMVU senza uno “shoutout” (messaggio pubblicitario a pagamento che scorre nella parte inferiore della schermata) relativo a qualcuno dei suoi prodotti. Quasi come una CNN o BBC senza i titoli delle principali notizie sotto il mezzobusto di turno.

Una previsione per il 2009? Di sicuro qualcun altro chiuderà i battenti in questo campo, dopo Lively: IMVU non se la passa benissimo e la gente comincia a perdere interesse in Second Life.

Ma visti precedenti di Anshe – che già metteva insieme moneta virtuale (anche se non convertibile in denaro reale) prima di sbarcare in Second Life, siamo certi che in un modo o nell’altro riuscirà a reinventarsi e riciclarsi altrove: dopotutto morto un mondo virtuale, se ne crea un altro…

[Pubblicato sul Blog di Mytech]