Archivio dei testi con tag 'google'



YouTube ha un miliardo di utenti mensili

L’inarrestabile successo di YouTube – lanciato nel 2005 e per qualche tempo persino sotto tiro da parte dei titolari di copyright per via dei contenuti non autorizzati – si può misurare nei dati contenuti in un breve post di un paio di giorni addietro, che ne riconferma la leadership indiscussa nel video online.

YouTube ha un miliardo di utenti unici mensili: “Quasi una persona su due tra gli utenti di Internet visita YouTube“.  O “se YouTube fosse una nazione, saremmo la terza al mondo, dopo Cina ed India”. Già questo dice tutto. Continua…

Google compra Rightsflow: i retroscena

Che se ne fa un colosso come Google di una piccola società come Rightsflow, Inc.?

Con base a New York, nata da una costola di eMusic nel 2007, questa società fornisce servizi piuttosto specifici ad operatori del mercato musicale online.
In pratica, permette di fare da ponte tra siti (ed altri operatori) ed editori musicali, un po’ come una “SIAE” del terzo millennio. Continua…

Microsoft, addio a Zune (e per davvero)

Questa volta è tutto vero: finisce la corsa per l’anti-iPod di Microsoft, spazzato via dagli smartphone

Se ne parlava già dallo scorso mese di marzo di una possibile dismissione della linea di lettori multimediali di Microsoft: stavolta Zune chiude per davvero. Dopo una ulteriore ridda di voci e una rapida smentita, altrettanto rapida è stata la smentita-bis: i player Zune cesseranno davvero di essere prodotti.

Dopotutto, come già si disse mesi addietro, Microsoft è orientata a potenziare i Windows Phone; e il resto del mercato vede la sfida AppleAndroid (non a caso Google si era “pappata” Motorola Mobility lo scorso agosto).

Insomma in un momento in cui tablettelefoni che sono di fatto dei minicomputer la fanno da padrone – sfidandosi su vari fronti, dall’hardware alle app ai contenuti multimediali – un player che avrebbe potuto fare molta strada e forse essere l’anti-iPod, ma che di fatto era giunto sulla scena con 5 anni di ritardo nel 2006, cominciava ad apparire più che obsoleto.

Inizialmente sbeffeggiato per il suo aspetto poco attraente, per il colore marrone e persino per il nome (che suonava esattamente come un termine ebraico relativo al rapporto sessuale); in evidenza per il controverso lancio pubblicitario con tanto di immagini allusive, la sua prima incarnazione (nome in codice: Argo) era basata sul Gigaset S della Toshiba, società con cui Redmond si era per l’occasione alleata. Pur con tutte le modifiche del caso – ne esistono 4 “generazioni”, l’ultima datata 2009, diretta concorrente dell’iPod TouchZune non aveva mai sfondato. 

Una curiosità: chi scrive aveva notato mesi addietro uno strano trend; osservando dati relativi a streaming e download di alcuni artisti, sembrava che il Marketplace musicale dedicato a Zune stesse avendo più movimento di prima, nonostante le voci sullo stop alla commercializzazione.

Zune in declino e servizio online in ascesa? Pare proprio di sì; e questo perché ai suoi contenuti accedono anche utenti Xbox e Windows Phone; Microsoft deve aver certamente notato la tendenza. Il nome Zune continuerà almeno per ora a sopravvivere, associato appunto a software e servizi online come Zune Music Pass.

[Pubblicato su Mytech http://mytech.it/web/2011/10/05/microsoft-addio-zune-e-davvero/]

Music Beta by Google: arriva Magnifier, con altra musica gratis

Continua la graduale espansione del locker musicale di Google, con il lancio di un blog e nuove “iniezioni” di musica gratis

Si chiama Magnifier (“lente d’ingrandimento”) ed è una sorta di blog musicale: è un estensione di quel Music Beta by Google che rappresenta l’offerta di musica in streaming – e di locker per file musicali – di Mountain View.

Attivo dall’11 agosto anche se non particolarmente promosso o evidenziato da Google stesso (ma ora segnalato ai fortunati che già possono collegarsi al proprio locker) è sia un modo per conoscere nuova musica grazie a brevi post con segnalazioni e recensioni, che per arricchire la propria collezione con tracce aggiungibili gratis al proprio account. Con un solo clic ci si può aggiudicare la “Song of the day” oppure una intera raccolta di brani gratuiti di questo o quel genere. Nella sezione “Antenna” invece viene presentato l’artista della settimana, di cui si offrono generalmente due o tre brani. Con un secondo clic sullo stesso pulsante (che nel frattempo si è trasformato in un “Listen”) si passa dall’aggiunta all’ascolto immediato dei pezzi.

Insomma niente di rivoluzionario ma sicuramente un bonus gradevole e ben fatto, che se non altro caratterizza in maniera ancor più netta il servizio rispetto all’iCloud di Apple e alla “scatola vuota” di Amazon, che sembra restare al palo…

 

[Pubblicato da Mytech]

L’ascesa di Spotify, le mosse di Music Beta by Google

Spotify è finalmente attivo in USA: e punta a 50 milioni di utenti. Intanto Google non sta a guardare…

Le grandi manovre che potrebbero cambiare la faccia del “circo” della musica online continuano: Spotify, come ampiamente annunciato, è finalmente sbarcato negli Stati Uniti.

E i primi dati sono incoraggianti. Il noto servizio di streaming, che ha già all’attivo una discreta popolarità e 10 milioni di utenti in alcuni paesi europei, punta ad aggiungere la ragguardevole cifra di ben 50 milioni (!) di utenti statunitensi entro fine anno; ciò può sembrare un obiettivo fin troppo ambizioso. Ma d’altro canto, il fondatore Daniel Ek sembra fiducioso e anzi dichiara a CNN che le limitazioni (la necessità di ricevere un “invito” per entrare nel servizio) sono state implementate proprio per avere una crescita graduale e non “crollare” sotto il peso di troppi nuovi iscritti tutti insieme.

Un altro obiettivo decisamente ambizioso? Rendere disponibile tutta la musica registrata esistente al mondo: non solo i cataloghi delle major d’occidente quindi, ma musica asiatica, africana, sudamericana e via dicendo.

Con 15 milioni di brani in tasca, Spotify è sulla buona strada e – come abbiamo detto in altre occasioni – si candida ad essere il vero “juke-box celestiale” che la Rete attende da sin troppo tempo.

Ma uno dei principali (potenziali) concorrenti non sta a guardare: si tratta di quel Music Beta by Google nato in fretta e furia e quasi in contemporanea a iniziative simili di Apple ed Amazon. Se tutti questi servizi hanno in comune l’idea della “cloud“, della nuvola dove immagazzinare qualcosa e a cui accedere, piuttosto che avere i file sempre presenti sui propri apparecchi, va detto che la differenza principale è che le “nuvole” di Amazon e Google erano state lanciate senza permesso da parte dei detentori di diritti e quindi senza contenuto, proprio come “scatole vuote” da riempire coi propri file. Diversamente da quanto poi annunciato da Apple, e ovviamente anche dal vasto repertorio in streaming licenziato da Spotify. Google, però, sta da qualche tempo “riempiendo la scatola”. Non solo: di fatto è aperto anche a utenti nostrani. Anche se tuttora chi si reca su music.google.com trova un messaggio che riferisce che il servizio è limitato agli USA, chi aveva mesi fa richiesto un invito si è trovato ad avere accesso al servizio musicale di Mountain View.

Sorpresa: al primo accesso si possono selezionare i generi musicali preferiti (potete anche selezionarli tutti…) e ricevere brani ascoltabili gratis. Generalmente non si tratta di album completi ma di uno o più brani estratti da un disco. Il repertorio è però limitato: tutti questi brani arrivano da etichette indipendenti riconducibili all’aggregatore IODA, o da un’unica major: Sony. Come dire: qualcosa è stato fatto ma il grosso manca ancora all’appello.

L’upload dei propri brani già in proprio possesso lascia a desiderare: chi scrive è riuscito a caricare diverse centinaia di mp3 nel proprio account; allo stesso tempo ha ricevuto molti messaggi d’errore per file che Google ha incluso nella ricerca ma che non è riuscito a caricare (in alcuni casi, file protetti da DRM, ma anche semplici mp3 non protetti).

Insomma, di lavoro da fare ce n’é ancora molto, anche se qualcosa si è mosso a Mountain View; in attesa di vedere all’opera l’iCloud di Apple, solo Amazon resta al palo.

[Pubblicato da Mytech]

iCloud & gli altri: Beam-It docet

E così l’annunciato iCloud di Apple è stato puntualmente presentato a inizio giugno: e potrebbe essere una rivoluzione. Anche se, a ben vedere, per alcuni versi è una rivoluzione che ha almeno dieci anni. Intanto The Pirate Bay e Techdirt avvertono..

Di “cloud”, “nuvole” in cui immagazzinare i nostri dati se ne parla da anni, spesso troppo e a sproposito. Se è vero che molti già fanno uso di sistemi che consentono di immagazzinare e magari condividere dati sui propri diversi pc o con altre persone – pensiamo ad esempio alle cartelle condivise in Dropbox – è pur vero che molte società si sono buttate su questa idea senza sapere bene dove andare a parare. Continua…

Google Music: anche noi nella “cloud” (dopo Amazon)

Servizi “cloud” per la musica di Google e Amazon: pericolo per iTunes, o “nuvole” di fumo? Con una riflessione sul futuro prossimo della musica online

"Nuvole" di musica anche per Google, che lancia un servizio per certi versi simile a quello recentemente avviato da Amazon. Parte stasera (solo per gli USA: gli altri se vogliono, tramite un qualche servizio proxy possono ammirare la home page e rosicare…) Google Music. Anzi, per adesso, accanto alla parola “music” c’è un grosso “beta”, perché il tutto è in fase sperimentale. “Music Beta by Google”. L’indirizzo è music.google.com. Continua…

Google: il doodle è brevettato. Ma è un pasticcio

Google brevetta la tecnologia dietro i suoi celebri loghi personalizzati: ma è un brevetto discutibile, che provocherà un acceso dibattito. Abbiamo sentito il parere dell’Electronic Frontier Foundation…

Continua…

Google Discover Music: fuori dagli States, proprio non va…

Il tanto strombazzato servizio di ricerche a tema musicale di Google è limitato ai soli utenti americani. Tanto fumo e niente arrosto, per tutti gli altri?

Continua…

Google & YouTube: si chiama CADIE, si legge “Pesce d’Aprile”

Intelligenze artificiali in casa Google? I video di YouTube si vedono meglio capovolti?
Il primo di aprile, meglio non fidarsi di certi comunicati… Continua…