Bentornato Licensemusic! Storia di una buona idea



Sarà in autunno il rilancio in grande stile del bazar per le grandi e piccole colonne sonore. Una formula innovativa e promettente che sembra sopravvivere al flop della musica digitale

Fondato da Gerd Leonhard nell’epoca del boom della musica digitale, Licensemusic.com si è distinto in questi anni per un approccio del tutto particolare alle sfide poste dalla multimedialità e da Internet al diritto d’autore.

A differenza di quanti hanno tentato di promuovere artisti indipendenti (per esempio Mp3.com) o di coloro che – è il caso di Riffage o Vitaminic – hanno al contrario puntato sulla vendita di brani di artisti di una certa notorietà, Licensemusic ha scommesso su una partita più sofisticata, proponendosi come uno tra i primi intermediari per il licensing nel settore della sincronizzazione della musica.

Per “sincronizzazione” si intende generalmente l’abbinamento di musica e immagini, come accade per esempio in uno spot pubblicitario o in un film. Questo mercato, un tempo quasi inesistente, ha avuto un’impennata negli ultimi 15 anni e in particolare nell’ultimo quinquennio: brani dimenticati vengono riesumati da uno spot e rilanciati sul mercato discografico; nuove stelle della musica vengono regolarmente spinte dalla presenza in film, tv, videogiochi e quant’altro, sino a casi estremi come quello di Moby che con Play è riuscito a fare l’en plein e a concedere in licenza praticamente tutti i brani di un proprio album, anche i più oscuri, a pubblicitari, televisioni e produttori cinematografici.

Licensemusic si propose così di fornire il servizio a basso costo, facendo da intermediario tra artisti ed etichette da una parte e licenziatari dall’altra. A tal fine, escogitò persino una sorta di abbonamento simile alle “subscription” dei siti che vendono Mp3 ma ovviamente molto più oneroso, tramite il quale si acquisiva la licenza su un gran numero di brani. Al suo apice, il sito lavorava con nomi prestigiosi, fornendo musica tra gli altri a Playboy Tv, appendice televisiva della nota rivista.

Nel 2001, in piena bufera della new economy, ebbe inizio il declino. I nuovi dischi ricevuti dalle etichette iniziarono a non essere più inseriti nel database. In molti sperarono che si trattasse soltanto di ritardi temporanei, ma qualche mese dopo il sito chiuse i battenti, con tanto di annuncio sulla home page.

La chiusura, però, non durò a lungo. Già nel giugno 2002, iniziò la fulminea resurrezione: Charly Acquisitions, società che vanta un catalogo di oltre 100.000 master discografici, acquisisce il sito e conta di rilanciarlo in autunno, magari lavorando per conto terzi. Così, al materiale per la verità non così noto presente in precedenza, si aggiungono ora migliaia di brani di ogni genere, di artisti come Jimi Hendrix, Bob Marley, James Brown, Ice T, Curtis Mayfield e molti altri ancora. Quello della sincronizzazione è un mercato che ha tuttora enormi potenzialità (si pensi anche all’utilizzo di musica di fondo sui siti Web, in particolare con l’avvento dei servizi broadband).

Nel mezzo del disastrato campo di battaglia della musica digitale, il ritorno a pieno regime di Licensemusic.com porterà una ventata di ottimismo.

Pubblicato su: http://mytech.it/web/2002/08/08/bentornato-licensemusic-storia-di-una-buona-idea/