EMI lascia la RIAA?



Se lo chiedeva il 29 novembre Richard Menta in un interessante articolo su Mp3 Newswire; in pratica potrebbe presto verificarsi qualcosa di clamoroso: una major che lascia la potente e controversa lobby dell’industria discografica statunitense e anche l’organismo internazionale che rappresenta i produttori discografici (IFPI).

Il motivo? Apparentemente solo economico: sostenere questi enti costa moltissimo a EMI (circa 132 milioni di dollari, una somma spaventosa in un mercato che non se la passa benissimo).
Ma dietro c’è un calcolo che ha anche a che fare con le aggressive politiche di RIAA degli ultimi anni: centinaia di costose azioni legali (del 6 dicembre l’ultima ondata di lettere minacciose a università e utenti “colpevoli di filesharing”), proclami contro questo o quel sito, riforme delle leggi in senso più restrittivo hanno portato a poco, danneggiando anche chi voleva fare del business nel rispetto delle leggi e gettando sulle major del disco un alone di antipatia.
EMI sta cercando nuovi modi per sopravvivere e reinventarsi: oltre alla rimozione di tecnologie di protezione dai propri file audio, per esempio, tra le ultime mosse notiamo – il comunicato è dell’11 dicembre – il rinnovo del contratto con gli Iron Maiden – in piedi ormai da 28 anni – che è stato esteso a nuovi settori, dai tour dal vivo al merchandising.
Secondo Menta, EMI si sarebbe quindi fatta due conti ed avrebbe deciso che in un contesto del genere non valga più la pena pagare a RIAA ed IFPI ogni anno un simile prezzo.

Pubblicato su: http://blog.mytech.it/2007/12/emi-lascia-la-riaa/