Il futuro del P2P



Gruppi di lavoro, libri, conferenze. L’interesse per il peer to peer coinvolge tutti, dai semplici utenti alle multinazionali

I nuovi modelli di “network computing” come il P2P e il calcolo distribuito sono ormai oggetto di studio da parte di enti, università e società private e tutti sembrano guardare con interesse a ciò che potranno offrire nel prossimo futuro. Grandi dell’informatica come Intel, Ibm e Hp si sono ritrovati all’interno del Peer to peer Working Group; la casa editrice “di culto” O’Reilly dedica all’argomento un bel volume (Peer to peer: Harnessing the Power of Disruptive Technologies), mentre si organizzano sempre più spesso conferenze e meeting sul tema.
Tra l’altro, si pensa di utilizzare questo tipo di tecnologie anche per effettuare transazioni commerciali. E ciò che è tuttora solo una previsione potrebbe diventare realtà nel giro di pochi mesi: il sito di aste Ebay sta tenendo d’occhio – non senza preoccupazione – la tecnologia e studia il modo di implementarla. Che accadrebbe infatti se tutti i suoi utenti di colpo cominciassero a vendere o scambiare i loro oggetti senza passare per un sito centrale che agisce da intermediario?
Addirittura, Tangent Research ha appena annunciato la nascita di FuzzBox, sistema che unirebbe P2P e file sharing all’idea dell’intelligenza artificiale, per creare una sorta di grande network “intelligente”. Se è pur vero che la diffusione massiccia di Internet 2 – come qualcuno chiama i sistemi a banda larga – è ancora di là da venire, l’ossatura della rete del futuro, più “democratica” e meno centralizzata, è di fatto già pronta.

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