Le 6 cose che dimenticheremo in meno di 2 anni



Pinterest: inutile accozzaglia di immagini e link, destinata a essere sommersa dallo spam, dalla pornografia e dalle violazioni di copyright. Sarà buono per altri due o tre mesi per chi ha bisogno di promuovere il proprio sito spacciandoci sopra immagini.

Instagram: ok, l’ha usato Moby. Per il resto, già non se ne vedeva l’utilità prima, adesso che se l’è pappato Facebook è evidentemente destinato a sparire. La fuffa chiama altra fuffa.

– Le app che fanno anche il caffé: chi scrive continua a non capire del tutto il concetto di “app” o di “app store”. Tutti i computer funzionano col software. Anche prima si installavano programmi. In Italia – una delle patrie della pirateria casalinga – la gran parte degli utenti neanche si sognava di pagarli: a dire che avevi comprato un gioco originale o peggio un programma come Photoshop c’era quasi da vergognarsi. Adesso siamo il primo paese in Europa per la vendita di contenuti digitali su tablet e smartphone: plausi ad Apple e Google per i rispettivi negozi digitali e business model. Plausi anche alla legalità. Ma la quantità impressionante di fuffa sottoforma di app a pagamento, che fanno cose reperibili gratuitamente e legalmente (es. ricerca di testi di canzoni) sul web lascia perplessi.

Zynga e i giochini tipo Castleville: questi in realtà dovrebbero sparire entro il 2012, visti i conti disastrosi e la quasi totale dipendenza da Facebook che potrebbe in qualsiasi momento staccargli la spina (prima o poi il mercato azionario dovrà pur rendersene conto).

Facebook: stiamo esagerando? Pensateci un attimo: MySpace? Bebo? Orkut? Google+? Perché Facebook dovrebbe essere diverso? Solo perché adesso abbiamo (quasi) tutti un account là sopra? Nel 2006 era lo stesso per MySpace, o così pareva…

– Gli articoli fatti di sole liste (normalmente contenenti informazioni irrilevanti) come il presente. :D