Mp3.com: la fine di un’era?



Una delle star della musica on line si appresta a un cambiamento tanto drammatico quanto decisivo: da diversi mesi si vociferava della vendita di intere divisioni di Vivendi Universal e nella lunghissima lista dei tagli figurava il glorioso Mp3.com.
Dalle voci incontrollate che circolavano già dalla fine dello scorso anno sono prima scaturiti alcuni elementi concreti a fine estate, per poi passare all’annuncio della vendita a Cnet, il 14 novembre.

Ma andiamo con ordine: negli ultimi mesi il servizio era funestato da una miriade di piccoli problemi tecnici, spesso noti solo agli artisti che avevano la pazienza di collegarsi e di leggere la sezione del sito dedicata allo “status del sistema”. Il ridimensionamento di alcune funzionalità del sito e soprattutto l’eliminazione delle versioni localizzate per il pubblico di diversi paesi europei (Gran Bretagna, Francia, Germania, Italia, Spagna, Paesi Bassi) vengono comunicati agli utenti con un messaggio di poche righe lo scorso 27 agosto.

È il primo “taglio” di una certa importanza. In realtà scompare anche la versione giapponese Japan.Mp3.com, che da subito ridireziona al sito americano. Ancora nessun taglio ai contenuti musicali esistenti, che restano comunque visibili dal sito Usa.

Allo stesso tempo, Vivendi continua le trattative per la cessione di altri “gioielli di famiglia”: ormai sembra cosa fatta la fusione tra il network Nbc (di proprietà del gruppo General Electric) e la divisione Entertainment della major: televisione, studi cinematografici e altre attività confluiranno nel nuovo gruppo (battezzato Nbc Universal) in cui Nbc avrà l‘80% (e il restante 20% potrebbe esserle ceduto tra qualche anno).

Il gruppo franco-americano perde pezzi, ma a quanto pare il drastico restyling comincia a dare i propri frutti nel disastrato bilancio della major. Siamo in autunno e il futuro della divisione “Net” che comprende tra l’altro Mp3.com ed EMusic appare ancora incerto: questa branca non rientra nell’accordo con Nbc, e per EMusic il 9 ottobre viene annunciata la cessione alla misteriosa Dimensional Associates Llc; in un comunicato stampa del 4 novembre, si precisano i termini dell’accordo e si annuncia che quel Digital Club Network già in mano alla Dimensional prenderà il nome di EMusic Live.

Nel frattempo, ha già chiuso i battenti Mp4.com: nato per essere un possibile successore di Mp3.com e uno dei più pericolosi contendenti nella sfida del video digitale), muore senza che quasi nessuno se ne accorga.

A questo punto è evidente che Mp3.com sarà presto ceduto o pesantemente ridimensionato, ma pochi si aspettano una soluzione così drastica: in Europa è la mattinata del 14 novembre quando in Rete cominciano a circolare copie di un annuncio postato in data 13 nella solita area riservata ai “problemi tecnici”. Nel corso della giornata gli artisti ricevono un comunicato via posta elettronica, quando già molti di loro hanno appreso la notizia per altre vie (come una message board di Funender.com che ne approfitta per cercare di proporsi come alternativa a Mp3.com per gli indipendenti).

In pratica, Cnet non acquista il servizio così com’è, ma solo alcuni degli asset di Mp3.com; in soldoni, il giorno stesso viene bloccato il procedimento di approvazione dei nuovi contenuti e da lunedì 17 non è più possibile acquistare quei Dam Cd che tanto hanno fatto per alcuni artisti indipendenti in questi anni.

Il 2 dicembre l’atto finale: il vecchio sito andrà off line, il repertorio verrà cancellato ed eventuali cd presenti fisicamente negli uffici della società saranno distrutti. Cnet lancerà un nuovo servizio – presumibilmente nel corso del 2004 – con contenuti e caratteristiche ancora da definire e con il nome e l’url di Mp3.com. Forse, data l’abilità di Cnet a gestire siti dedicati a news di vario tipo, il nuovo servizio potrebbe essere destinato a fare informazione sul mondo della musica digitale piuttosto che concorrenza ai vari iTunes, Napster e soci.

Di certo, è la fine di un’era, un periodo eroico iniziato nel 1997 (anno della fondazione) e che aveva tra l’altro visto la formazione della più grande community di artisti indipendenti in Rete e la possibilità per molti personaggi praticamente sconosciuti di far ascoltare la propria musica; l’acquisizione da parte di Vivendi Universal aveva già portato a una serie di cambi di direzione e a una perdita di interesse, ma il servizio aveva comunque continuato a vivere e mantenere un buon numero delle sue caratteristiche. La musica indipendente è orfana di uno dei migliori mezzi di diffusione degli ultimi anni; ci sarà un sostituto, o bisognerà tornare a guardare alle etichette discografiche tradizionali piuttosto che alla Rete, per cercare di proporre nuova musica?

Pubblicato su: http://mytech.it/web/2003/11/21/mp3com-la-fine-di-unera/