Muziic per YouTube: utile e carino, ma non rivoluzionario



Fa molto parlare di sé ultimamente: Muziic è di sicuro una utile interfaccia e un pratico convertitore di file.
Ma niente di più; e neppure una minaccia per il copyright…

Un giorno qualsiasi del 2008, Mark Nelson chiacchierava con il figlio quattordicenne David mentre i due guardavano un episodio di “Star Trek”. Mark ebbe un’idea e ne parlò al figlio: realizzare un player musicale per YouTube, apribile direttamente dal desktop di Windows. Mark sa usare un PC ma non è in grado di programmare alcunché; David pasticciava con l’HTML sin dall’età di 8 anni, e negli anni successivi aveva imparato a destreggiarsi tra codici e script di vario tipo.

Mark, esposta la sua idea al figlio chiese: “Can you do that?” (“Sei in grado di farlo?”). David rispose accettò la sfida.

A fine febbraio 2009, Muziic era stato lanciato anche se in sordina e www.muziic.com vantava in breve circa 4.000 visitatori al giorno. Ma per “colpa” di un articolo di Matt Rosoff per CNET.com datato 7 marzo, il servizio è stato notato dal grande pubblico. Siti e testate hanno preso a parlarne, i visitatori giornalieri sono saliti a 70.000, il numero di download a 500.000, tanto da creare persino qualche problema tecnico ai Nelson.

Quando Muziic è spuntato fuori dal nulla, qualcuno ha pensato subito alle analogie con il primo Napster: è il parto di un giovane studente, rivoluzionerà (ancora?) la musica online e soprattutto finirà per dare grattacapi a Google e alle case discografiche (e magari cadrà rovinosamente a colpi di cause). In effetti, David Nelson conosce la storia di Shawn Fanning e in un certo senso considera un eroe il creatore di Napster. Ma le analogie finiscono qui. Napster Inc. aveva a un certo punto ricchi finanziatori alle spalle e un business model nebuloso. Muziic solo un piccolo software, un team padre e figlio e – per ora – spese sostenute dalla famiglia.

Mark e David volevano utilizzare gli strumenti che YouTube stesso mette a disposizione degli sviluppatori, non violare i diritti di chicchessia. E così hanno fatto.

Cosa è dunque Muziic? Potremmo definirlo interfaccia grafica per YouTube, ma con una “specializzazione” musicale. In pratica i file contenenti concerti, videoclip e altri contenuti audio vengono indicizzati da Muziic; ma attenzione: non è affatto vero che al momento tutti i contenuti musicali del portale video di Google siano già a disposizione in questa sede… è comunque possibile richiedere l’aggiunta di quelli mancanti che interessano.

Inizialmente, la parte video è rappresentata da una mini-icona che però può essere cliccata e ingrandita. E’ inesatto comunque dire che si tratta solo di un player audio (il video, pur minimizzato, è lì, e in nessun modo il sonoro è stato “scisso” dalle immagini originali. Quello che si vede è sente è un embedding del codice di YouTube: è comunque evidente l’intento di “organizzare” il materiale audio del sito e gestirlo tramite questo player esterno piuttosto che “perder tempo” ad effettuare ricerche nel browser.

Fin qui, tutto molto utile, carino e ben fatto. Ma di “rivoluzionario” ci vediamo ben poco, nel bene e nel male.

No, non riusciamo neppure a vederlo come una minaccia per il copyright: i Nelson si sono subito dati da fare per contattare Google. Che non li ha degnati di risposta prima dell’uscita, ma che da qualche settimana – dopo una prima dichiarazione che sembrava rilevare una qualche violazione delle condizioni di servizio di YouTube – sembra stia collaborando a far sì che il player sia pienamente conforme alle regole del popolare portale video.

E le case discografiche? Dalle major per ora solo “no comment”. Muziic è anche un encoder e consente di convertire file audio, associarvi un’immagine (per esempio la copertina di un disco) e di postarli nel proprio account YouTube come video. Ma questa è una funzione di per sé perfettamente legale e utilizzabile anzi da parte di artisti ed etichette che di certo si troveranno agevolati nel postare (e promuovere) il proprio repertorio su YouTube. Con cui peraltro Universal – che resta sempre la principale major del disco – cerca di questi tempi di stringere per un portale video dedicato, che dovrebbe avere il nome di Vevo, i contenuti di tutte le grandi case discografiche e il cui domain .com è già stato regolarmente acquisito dalla major.

E se a qualche utente venisse in mente di usare Muziic per postare materiale non autorizzato? Beh, la violazione sarebbe né più e né meno che la stessa commessa da chiunque posti materiale pirata in YouTube senza utilizzare alcuna interfaccia a parte quella del sito stesso. A chi verrebbe in mente di citare in giudizio il produttore di un banale encoder di mp3?

In altre parole: applausi – comunque – ai suoi realizzatori. E a chi si aspetta guai con la giustizia (o con i titolari di copyright) viene da dire: il 1999 è un decennio addietro, e attaccare un programmino simpatico e utile ma certamente non dannoso come Muziic – e per di più in un momento di crisi economica generale come quello che stiamo vivendo – sarebbe un’idea perlomeno strampalata…

Pubblicato su: http://mytech.it/life/2009/03/26/muziic-youtube-utile-e-carino-ma-non-rivoluzionari/