Napster: l’inizio della fine?



Restano da spendere due parole sulle ultime vicende relative al caso Napster, che sono molte e clamorose. Le ultime settimane hanno visto prima uno slittamento dell’apertura del servizio a pagamento (previsto ora per settembre mentre inizialmente si parlava di luglio), poi i primi accordi con etichette discografiche di prestigio (in particolare con un gruppo di 150 etichette europee raggruppate nelle associazioni Aim e Impala – tra cui V2 e Beggars Banquet – che concederanno l’utilizzo di materiale di artisti molto noti come Moby e Tricky) e quindi trattative riservate con altri soggetti.
A fine giugno Napster migliorava ulteriormente il sistema di filtraggio dei file, disabilitava le vecchie versioni del client ed il 1 luglio “spegneva” del tutto il sistema per alcuni giorni per permettere una migliore implementazione dei nuovi filtri. La brutta sorpresa porta però la data dell‘11 luglio quando, dopo un’udienza davanti al giudice distrettuale Patel, Hank Barry, Ceo di Napster, apprendeva dell’intenzione del giudice di bloccare del tutto la riapertura del sistema finchè non fosse stato dimostrato il funzionamento al 100% dei nuovi filtri (che tuttora prevedevano un 1% circa di margine d’errore, a detta di Barry).
Il comunicato ufficiale sulla vicenda è disponibile in rete.
Alcuni giorni dopo Napster ha presentato ricorso e ottenuto un’ulteriore tregua, ma nel frattempo il sito resta inattivo e l’unica cosa che si sa della nuova versione è che per qualche giorno se ne è potuto ammirare un piccolo screenshot sul sito della casa madre.
Intanto, sempre più utenti insoddisfatti continuano a trasmigrare verso Bearshare e altri sistemi.
Il nuovo servizio dovrebbe costare dai 7 ai 14 dollari, contenere una protezione per impedire la masterizzazione in formato audio dei file (che per di più potrebbe essere di qualità ridotta) e adottare un formato proprietario (.nap).
Tutto questo non incoraggerebbe neppure i potenziali paganti, che potrebbero orientarsi verso l’unico modello di abbonamento di successo basato sugli Mp3 (quello di Emusic) o su alternative molto simili (Mp3.com, Vitaminic). Napster dichiara comunque di avere sinora avuto un milione di richieste dai potenziali beta-tester del nuovo sistema.
Era noto da tempo che la data di luglio 2001 sarebbe stata decisiva per Napster: il mancato lancio della nuova versione a pagamento nei mesi estivi potrebbe addirittura portare la società a un rapido collasso, in mancanza di ulteriori clamorosi colpi di scena.

Pubblicato su: http://mytech.it/flash/2001/08/06/napster-linizio-della-fine/