Seti e Distributed: il mondo per computer



La condivisione della potenza di calcolo e della quantità di memoria è la migliore alleata dei sistemi peer to peer del futuro

Seti (Search for Extra-Terrestrial Intelligence) era il nome collettivo dato a una serie di programmi scientifici per la ricerca di altre forme di vita intelligente nello spazio, svolta mediante analisi di segnali radio.
Nell’era di Internet il programma, col nome di SETI@Home (ospitato sulle macchine dell’Università di Berkeley), è diventato una sorta di grande gioco collettivo, a cui chiunque possieda un computer e un collegamento alla rete può partecipare scaricando un piccolo client. Non si vince nulla, se non un posto nella classifica dei più attivi nell’elaborare dati. Il client riceve un pacchetto di dati, li elabora durante i tempi morti (per esempio quando l’utente è in pausa e sul Pc è attivo solo un salvaschermo) e li rispedisce al cervellone centrale. Il tutto perché spesso sono coinvolte ingenti quantità di dati e per di più con numeri molto grandi in gioco; quindi, molto meglio suddividere il calcolo su più macchine che affaticare un unico – pur potente – computer centrale.
Come si può capire, non si tratta di vero peer to peer perché, più che condividere risorse con gli altri, il computer centrale qui “sfrutta” i tempi morti dei client a esso collegati; SETI@Home può essere considerato collettivamente come “il computer più potente del mondo” e – pur non avendo trovato ancora prove certe di vita aliena – di fatto ha elaborato una quantità enorme di segnali rilevandone anche molti giudicati interessanti dagli studiosi.
Questo modello è denominato “distributed computing” o “calcolo distribuito”; un altro esempio molto noto è Distributed.net, che vanta di possedere una potenza di calcolo equivalente a 160.000 Pentium II 266 MHz operanti 24 ore al giorno per tutto l’anno.
Anche Distributed serve a fare calcoli complessi, in particolare su numeri molto grandi. Di volta in volta vengono lanciati progetti generalmente riguardanti la ricerca dei più grandi numeri primi. Questo tipo di ricerca non viene fatta per una bizzarria di qualche professore amante della matematica, ma in quanto i numeri primi molto grandi sono spesso alla base di applicazioni crittografiche. L’utilizzo quindi per scopi di riservatezza nelle comunicazioni personali e persino in ambito governativo o militare fa sì che la ricerca tenda a numeri primi sempre più grandi per ottenere una cifratura ancora più sicura.
Nel prossimo futuro, l’integrazione di P2P e calcolo distribuito potrebbe portare ad applicazioni del tutto inedite e piuttosto interessanti. Una sarà forse quella a cui sta lavorando una società chiamata Centrata: la possibilità per le aziende di archiviare i propri dati cifrati su un sistema P2P in modo sicuro (anche in copie multiple così da avere più backup a disposizione in caso di perdita dei dati). Il sistema funzionerebbe in questo modo: il cliente si rivolge a Centrata per acquistare un certo spazio di archiviazione; Centrata dispone di un tot di megabyte sugli hard disk dei singoli utenti (che letteralmente “affittano” il proprio spazio in eccesso) e lo utilizza per sistemarvi i vari backup. L’idea per certi versi sembra una versione commerciale di alcuni aspetti di Freenet.

Pubblicato su: http://mytech.it/flash/2001/08/06/seti-e-distributed-il-mondo-per-computer/