Ogni quattro anni la storia si ripete: i Mondiali di calcio invadono gli schermi televisivi, la radio, le vite degli italiani e di tutti quei popoli devoti al rito del dio pallone… milioni di persone passeranno settimane incollate agli schermi o quando ne saranno lontani si ritroveranno a consultare siti web, gazzette dello sport, a gironzolare con addosso magliette della squadra del cuore e – come avviene da tempo – a comprare dischi più o meno di qualità assemblati per l’occasione.
In Inghilterra l’inno ufficiale è World at Your Feet a firma Embrace, per il quale si annuncia che è anche stato scomodato un remixer di lusso, nientemeno che Paul Oakenfold.
L’Italia avrà invece Cuore Azzurro, interpretata dai Pooh e da vari calciatori della Nazionale, disponibile dal 9 giugno in cd (anche in edicola) nonché nei migliori (?) music store digitali (è già scaricabile da Apple iTunes).
Ci sono poi gli inni ufficiali di tutta la manifestazione, anch’essi già presenti in iTunes e raccolti nell’album “Voices from the Fifa World Cup“.
Ma tra brani più o meno di qualità, ne vogliamo segnalare uno davvero atipico, folle e per certi versi geniale.
Si tratta del pazzesco inno “non ufficiale” composto dai McGovern, gruppo inglese già noto per il suo alias The Who Boys, autore di una lunga serie di allegre violazioni di copyright (ed in particolare di un intero album di mash-up tra brani di Who e Beach Boys…).
Li abbiamo pescati su Myspace; i loro brani sono perlopiù MP3 gratuiti; la label è la fantomatica Normal Records e la loro manager Sallie Fellowes (ex moglie di Bill Drummond dei KLF).
Con un curriculum del genere, la canzoncina con un coretto orecchiabile “Na na na na na” è piena di espressioni piuttosto pesantine per non dire volgari, cori da stadio, sample radiofonici che inneggiano a Ronaldo e Rivaldo e nel complesso è una allegra nonché inedita celebrazione… delle gesta degli hooligan (!).
Il ritornello si conclude con “International world class hooligans… you’re going home in a fuckin’ ambulance!!”.
Talmente scorretto da risultare divertente e persino geniale: in tempi di politically correct, una vera boccata d’aria fresca… che aspettano le major a metterli sotto contratto?