Vivendi Universal con Mp3.com ha lanciato la sua sfida a MusicNet



Per 372 milioni di dollari la multinazionale del disco ha acquistato lo storico nemico. Una mossa da 40 milioni di utenti, contro la triade Bmg, Emi e Warner, che anima lo scontro tra le major per il controllo del futuro mercato della e-music

Doveva succedere: il più celebre sito musicale della rete passa di mano e finisce ingoiato dalla stessa major discografica che da qualche tempo lo aveva attratto nella sua orbita. Ma il modo in cui è stata annunciata l’operazione ha tutte le caratteristiche del classico “fulmine a ciel sereno”.
Nella giornata del 21 maggio è comparsa sulla home page di Mp3.com una press release che annunciava l’acquisizione da parte di Vivendi Universal, multinazionale attiva in diversi settori, dalla musica all’editoria fino alla Tv, al cinema e alla telefonia.

Un bottino di 40 milioni di utenti
Vivendi, che già è numero uno nella discografia tradizionale con il marchio Universal e con le numerosissime etichette ad esso legate, si accaparra così forse il tassello decisivo per la lotta nel settore della musica in Internet, dopo l’acquisto tuttora in via di perfezionamento di Emusic.
I siti leader per gli Mp3 gratuiti e in vendita sono ora in un’unica mano, per di più la stessa mano che già detiene Getmusic e Farmclub.com, per non parlare del 50% della joint-venture Duet (insieme a Sony). In confronto, l’accordo Bertelsmann-Napster sembra poca cosa.
Secondo gli analisti, questa mossa serve essenzialmente a contrastare MusicNet (alleanza di Bmg, Emi e Warner), che aveva già il supporto tecnico di RealNetworks. A Universal e alla struttura Duet mancava un equivalente e Mp3.com è sicuramente dotata di tecnologie di streaming piuttosto avanzate; secondo altri, però, faceva gola il parco di 40 milioni di utenti registrati sul sito, pronti da servire come “audience” per le future iniziative della major.

Allarme tra gli utenti di Mp3.com
La notizia ha creato confusione tra i 150.000 artisti indipendenti presenti su Mp3.com: le message board del sito si sono riempite di commenti di perplessità, di entusiamo, o persino di paura. Qualcuno teme che ciò possa significare la chiusura del sito ai musicisti casalinghi e alle piccole produzioni; altri ancora temono la perdita dei propri diritti d’autore a favore della major. In realtà Mp3.com si è affrettata ad allestire una pagina di Faq che spiega chiaramente che «non ci saranno modifiche nei contratti con gli artisti, e gli artisti stessi continueranno a detenere i diritti sulla loro musica».
L’acquisto avviene con un esborso di ben 372 milioni di dollari, ma la società era valutata molto di più un paio d’anni fa (le azioni che oggi valgono 5 dollari avevano raggiunto una punta massima di 105).

Bilancio in pareggio entro il 2001
Jean-Marie Messier, Ceo della multinazionale, afferma che Mp3.com andrà in pareggio entro la fine dell’anno e aggiunge – senza troppi fronzoli – che il suo gruppo prevede di «continuare a prendere al volo le opportunità che si presentano in seguito all’e-crash». Rivincita della old economy?
Da ricordare che all’inizio del 2000, l’implementazione del software Beam-It e del sistema My.mp3.com avevano causato le ire delle major discografiche. Su tutte, proprio Universal aveva rifiutato ogni accordo uscendo infine vincitrice da una causa multimiliardaria. Proprio il mega-risarcimento a questa major del disco aveva fatto parlare di una sorta di collegamento fra le due società (che hanno ammesso di essere state in trattativa per diversi mesi).
Michael Robertson, fondatore e Ceo di Mp3.com, oltre a ricevere – pare – 145 milioni di dollari, diventa special adviser di Messier relativamente alle attività di distribuzione digitale di musica. Robertson, figura oggi leggendaria per il mondo della musica in rete, diede il via alla sua avventura nel 1997 assicurandosi il nome di dominio più prestigioso del mondo per la modica somma di 1.000 dollari.

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